Anno MDCCVII. 45 le parti d’Italia. Volevano il Duca Vittorio Amedeo e il Principe Eugenio che iì portaffero Tarmi contro il Delfìnato e Lionefe, ficcome più pratici de’ paefi; ma d’uopo fu, che fi accomodaiTero alla rifoluta volontà de gl’In-glefi, a’ quali fembrava più utile, ed anche facile 1’acquillo di Tolone, Porto di tanta importanza nella Provenza, perchè farebbe l’affedio di elfo fecondato dalla Flotta Anglollanda. Sapevano i Principi di Savoia, quanto male in altre occafioni precedenti follerò riuiciti i conti e i tentativi dell'armi Cefaree e Savoiarde in quelle parti; pure loro malgrado confentirono a sì fatta fpedizione. Incredibili fatiche, {lenti, e ipe-fe collò il condurre l’efercito per l’afpre montagne di Tenda, e perle vicinanze di Nizza e Villafranca occupate da’Franzefi. Si /carteggiava dapertutto di viveri e di foraggi; pure ad onta de’tanti difagi, per li quali mancò nel cammino molta gente, pervenne l’olle Collegata perCagnes, Frejus, Arce, e Sauliers in vicinanza di Tolone nel dì 26. di Luglio. Ma due giorai prima il vigilante Maresciallo di Tejsè con marcie sforzate correndo, avea introdotto in quella Città piuttollo un efercito, che una guernigione, e fi era affaccendato in formar ripari e fortificazioni a tutti i fiti. Sicché fu ben dato principio alle offe-fe contra Tolone, ma con poca o niuna fperanza di buon efito, tanta era la copia de i difer.fori. S’impadronirono bensì gli Alleati di due Forti, fpinfero bombe nella Piazza; ma chiariti, che fi gittava la polve e il tempo; che ogni dì più s’ingroflava 1’efercito del Tefsè; che veniva gente fino di Spagna ; che i Duca di Borgogna e Berrì erario in moro per venire alla teila delle lor milizie; e.che la Flotta Anglol-Janda più avea da combattere co i venti, che colla Terra; finalmente fu prefo il partito di sloggiare, e di tornarfene in Italia. Con buon ordine fa efeguita la ritirata nella* notte precedente al dì 22. d’Ago-ilo; e paffato felicemente il Varo, fi rellituì l’Armata Alleata in Italia, minore di quel ch’era prima, perchè di trentafei mila combattenti, appena la metà fi falvò.Ora qui fi aprì il campp alle dicerie de’ Politici, che fognarono millerj fegreti nel Duca di Savoia, lenza far mente alle vere cagioni dell'infelice riufcita di quell’ imprela. Giunti in Piemonte i Collegati, poco ilettero in ozio. Reliava tuttavia in man de’Franzefi la Città di Sufa, corteggiata da alcuni Forti, alzati da eflì fulle alture de’monti, che attorniano quella Vaile. S’impadronirono effi Collegati nel dì 22. di Settembre della Città, e nel dì quattro di Ottobre anche della Cittadella con farne prigioniere il presidio. Prefero anche d’affalto il Forte di Catinat, redando parte di quella guernigione tagliata a pezzi. Con quelle imprefe terminò la campagna in Piemonte, Comu-