Annali d’ Italia. po^di feguitare l’improvvifa e frettolofa marcia dell’ efercito. Di que-fta violenza acremente fi dalie il Legato Pontifizio -, ma non per que-fto efla cefsò. Grande ftrepito in fomma fece quefta curiofa me-tamorfofi di cofe, e il mirare fenza colpo di fpnda ¿vincitori in pochi dì comparir come vinti. Pervenuto dunque il Duca di Montemar in Tofcana, quivi lì diede a fortificare alcuni partì, con inviare nulla-dimeno parte della fua gente verfo il Sanefe , a fine di poterfi occorrendo ritirare alla volta del Regno di Napoli. In tale ftato erano le cofe d’Italia , non reitando nemicizia fe non fra Spagnuoli e Tedefchi, qiwndo il Duca di Noaglies fi mode per abboccarli con e fio Duca di Montemar, e per concertar feco le maniere più dolci di dar fine, fe era poiìibile, a quefta pugna. In pattando da Bologna fece una vifita a Rinaldo d’E(te Duca di Modena , che intrepidamente finquì avea fofferto 1’efilio da’fuoi Stati, e gli diede cortefi fperanze , che goderebbe anch’egli in breve i frutti dell’ intavolata Pace. Ancorché il Montemar non aveffe iftruzione alcuna dalla fua Corte, pure alla perfuafione del faggio Noaglies fottofcriffe una fofpenfion d’anni per due Meli fra gli Spagnuoli e Tedefchi: rifoluzio-ne, che fu poi accettata anche dalla Corte di Madrid. Aveano ben preveduto i Miniitri dell’ Imperadore e del Re di Francia, che gran fatica avrebbe durato il Re Cattolico Filippo V. ad inghiottire l’amara pillola di una Pace, manipolata fenza di lui, e in danno di lui ; ed infieme aveano divifato un potente mezzo per condurre quel Monarca ad approvare i Preliminari fuddetti, o almeno a non contrattarne f esecuzione . Si videro perciò fenza complimento o licenza alcuna , improvvifamente inoltrarfi e {tenderli circa trenta mila Alemanni fotto il comando del Marefciallo Conte di Kevenhuller per gli Stati della Chiefa Romana, cioè pel Ferrarefe, Bolognefe, e Romagna, con giugnere alcuni d’effifin nella Marca e nell’Umbria, circondando in tal guifa gran parte della Tofcana , per fare intendere a gli Spagnuoli, che fe negaffero di confentir per amore all’ accordo, 1’ elorcilmo della forza ve li potrebbe indurre. Toccò all’innocente Stato Ecclefidfti-co di pagar, tutte le lpefe di quefto bel ripiego, perchè obbligato a fomminiftrar foraggi, viveri, ed anche rilevanti contribuzioni di danaro. Intanto rigorofiffimi ordini fioccarono da Roma, che nulla fi def-fe a quefti incivili ofpiri; e il Cardinale Mofca Legato di Ferrara, che fi oftinò gran tempo ad efeguirli ad literam , cagion fu di un incredi-bil danno a gl’infelici Ferrateli, perchè i Tedefchi viveano a difcre-zione nelle lor Ville. I favj Bolognesi all’incontro, e il Cardinale Alberelli Legato di Ravenna, che intendeano a dovere le cifre di quelle Lei -