Anno MDCCXXXIX. h7 fi il Marefciallo nella fperanza di rompere i nemici, allorché gi'unfe il Neuperg colle fue milizie, continuò la battagliai fino aila notte, che pofe fine al macello. Quanta gente perdefféro i Turchi, non fi potè fapere; fu creduto che molta. Ma ieppefi bene, che l’Armata Ce* farea vi ricevette una terribil percoffa, perdè il campo della battaglia, e re ilo sì eftenuata e confufa, che nei dì feguente fi ritirò di là dal Danubio, lafciando Belgrado eijrofto aU’aifedio, a cui toilo fi accin-fero i Turchi. Voce comune fu, che almeno fei mila foffero i Tedeschi uccifi, e forfè altrettanti i feriti. Che maggiore nondimeno fofle la perdita, fi potè arguire da quanto pofcia avvenne. Videfi allora, che differenza fra un faggio ed accorto Generale, ed un altro di tempra diverfa, che non sa temporeggiare occorrendo, nè conofce qual fia il tempo, e quale il fito per aiialire i nemici. Il Principe Eugenio, benché pollo fra Belgrado, Città allora de’Turchi, e fra la poderofa oile d’eiiì Mufulmani, quando conobbe il tempo, riportò un’infigne vittoria. Il Wallis, tuttoché aveffe alle fpalle Belgrado, ubbidiente a lui, e poteiTe fermarli nelle Linee d’eiTo Principe Eugenio, e fchiva-re il pericolofo cimento: pure lenza edere forzato, volò a cercare iaL rovina non men dell’efercito Cefareo, che della propria riputazione; e fi sa, che in vedere sì gran flagello, efclamò: Non ci farà una palla anche per me ì Che in quella battaglia ileffe a’ fianchi del Gran Vi-fire l’infame Conte di Bonneval, fu comunemente creduto; e a lui attribuito l’ufo delle Baionette nella fanteria Turchefca, e alle fué lezioni l’avere’coti tartt’ordine e bravura combattuto que’Barbari. Pure qui not) finì la catena delle difawenture. Strinfero toilo i Turchi la Città di Belgrado, e cominciarono col cannone e colle bombe a temperarla. O fia, che il Marcheje di Villanuova Ambafciàto-re del Re di Francia, fpedito da Coilantinopoli al Gran Vifire col giornaliere afTegno di cento cinquanta piailre fattogli dal Gran Signore, movefle toilo parola di Pace, o che in altra maniera procedere l’affare: fuor di dubbio è, ch’egli ne fu mediatore. Andò il Conte di Neuperg nel campo Turchefco a trattarne; noti ebbe la libertà di ufcir quando volle; ma giacché avea plenipotenza dal Wallis, ilrinfe in pochi giorni la concordia, cedendo a gli Ottomani la Servia tutta con Belgrado, le cui fortificazioni fi avellerò a demolire ; ed in oltre ad effi rilafciando Orfova, e la Valacchia Imperiale. Appreffo fi vide l’ina-fpettata fcena, che fenza afpettare rifpoila e ratificazione alcuna dalla Corte Cefarea, fu ben toilo confegnata a gl’infedeli una Porta di Belgrado. Perfone trovatefi in quella brutta danza foilenevano, non ef-fere rimailo sì' sfaldato l’efercito Ceiàreo, che non avelie potuto inv* P 2 pedire