Anno MDCCXXI. « videfi in fine, che più di lui iì mortrarono benefici i fufTeguenti Pontefici verfo la Cala Albani. Loro ancora infegnò la Moderazione , col congedar da Roma la Moglie del Fratello, la quale fi ricordava troppo di nver per Cognato un Pontefice Romano. Grande fa la fua profu* iione verfo de’ Poveri ; più di dugento mila feudi impiegò in lor fol-lievo . Rinovò il lodevol ufo di San Leone il Grande col comporre e recitare nella Bafilica Vaticana in occafion delle principali Solennità varie Omelie, che faran vivi teftimonj anche preffo i poiteri della fua facra Eloquenza. Amatore de’Letterati, promotore delle Lettere e delle bell’Arti, accrebbe il luftro alla Pittura , alla Statuaria, e all’Architettura ; imroduiTe in Roma 1’Arte de’Mufaici, fuperiore in eccellenza a gli antichi; e la fabbrica de gli Arazzi, che gareggia co i più fini della Fiandra. Arricchì di Manufcritti Greci e d’altre Lingue O-rientali la Vaticana; iftituì premj per la gioventù ftudiofa ; ornò d’in-figni Fabbriche Roma , ed altri Luoghi dello Stato Ecclelìaftico. Che più ? fece egli conofcere, quanto potea unita una gran Mente con un* ottima Volontà in un Romano Pontefice . Il di più delle fue gloriofe azioni fi può raccogliere dalla Vita di lui con elegante itile Latino comporta e pubblicata dall’ Abbate Pietro Polidon: giacché all’ affunto mio non è permeifo di dirne di più. Entrarono in Conclave i Cardinali Elettori, e colà comparve ancora il Cardinale Aìberoni. Non s’era mai veduta sì piena di gente la Piazza del Vaticano> come quel dì, in cui egli fece la fua entrata nel Conclave. Concorfero pofeia nel dì otto di Maggio i voti de’Porporati nella perfona del Cardinale Michel Angelo de' Conti di nobili/lima ed antiebiiuma Famiglia Romana , che avea dato alla Chiefa di Dio altri Romani Pontefici ne’Secoli addietro, il di cui Fratello era Duca di Poli, e il Nipote Duca di Guadagnola . Prefe egli il nome d'Innocenzo Xlìl. Indicibile fu il giubilo di Roma tutta al vedere fui Trono Pontifizio dopo tanti anni collocato un lor Cittadino, e non minore fu il plaufo di tutta la Criftianità per l’elezione d’un perl'o-naggio affai rinomato per la fua Saviezza e Pietà, per la pratica de gli affari Ecclefiaftici e Secolari, e per l’inclinazione fua alla Beneficenza e Clemenza. Nel dì 18. del fuddetto Mefe con gran folennità nella Bafilica Vaticana ricevette la facra Corona, e quindi fi applicò con attenzione al governo, e pubblicò un Giubileo. Da che mancò di vita il buon Clemente XI. ficcome dicemmo, ufcì de’fuoi nafeondi-gli il Cardinale Giulio Alkeroni, fecondo le coftituzioni anch’egli invitato all’elezione del futuro Pontefice, e non meno a lui, che al Cardinale di Noaglies{\\ inviato falvocondotto, affinchè liberamente potei H 2 fero