Anno MDCCXXIX. le ciglia gli sfaccendati Politici al vedere, che non fi parlava dell’imperatore ; e che la Spagna dianzi Collegata con effo, s’era gittata nel partito della Lega d’Hannover. Tanto romore s’era fatto da gl’ Ingleiì, affinchè il Re Cattolico chiaramente cedette le fue ragioni e diritti fopra Minorica e Gibilterra; pure nulla fi potè ottenere di que-fìo: il che nondimeno non ritenne il Re d’Inghilterra dall’abbracciar quell’accordo, giacché in vigor della pace di Utrecht, tali acquifti e-rano autorizzati in favor de gl’Inglefi, e il Re Cattolico accettava in etto accordo le precedenti Paci. Traìafciando io gli altri punti, fola-mente dirò, eflerfi ivi ttabilito, che per afficurare la fucceffione dell’ Infante Don Carlo in Tofcana, Parma, e Piacenza, fi avellerò da introdurre non più Svizzeri, ma fei mila foldati Spagnuoli in Livorno, Porto Ferraio, Parma, e Piacenza, con patto che tali truppe giu-rattero fedeltà a i Regnanti Gran Duca, e Duca di Parma e Piacenza, e con obbligarfi la Francia e l’Inghilterra di dar tutta la mano per l’effettuazione di quello Articolo, tacitamente facendo conofcere di voler ciò efeguire anche contro la volontà di Cefare. Ed ecco il motivo, per cui la Corte Cefarea ricusò di entrare nel Trattato fuddetto di Siviglia, giacché neile precedenti Capitolazioni era ttabilito, che le Puernigioni fuddette foffero di Svizzeri, e non d’altra Nazione parziale, robabilmente ancora provò il Conte di Koningfegg Plenipotenziario Cefareo in Ifpagna della ripugnanza a concorrere in quell’ accordo, perchè non vide riconofciuti quegli Stati per Feudi Imperiali, coma portavano i precedenti Patti. Certamente non fi legge in etto Trattato parola, che indichi faggezione all’Imperiai Dominio. Nè fi dee tacere, che appunto per quello la Corte di Roma tentò di prevalerli di tal congiuntura, per far valere le fue ragioni fopra Parma e Piacenza , lenza nondimeno eflerfi finora offervato, eh’ ella abbia guadagnato terreno. Ora il miniftero di Vienna retto non poco amareg* giato, perchè il Re Cattolico aveffe dimenticato cosi pretto l’obbligata fua fede nel Trattato di Vienna del 1715. con alterare in condizioni cosi importanti il tenore d’etta, e declamava contro quella sì facile infrazione de’pubblici Trattati e Giuramenti. Per confeguente ricusò quella Corte di aderire al Trattato di Siviglia; ma non lafciaro-no per quello i Collegati contrarj d’Hannover di far tutte le difpo-fizioni, per condurre in Italia Don Carlo, ad onta ancora delFImpe** radore; maneggiandoli intanto, perchè il Gran Duca Gian-Gajlone, ed Antonio Farnefe Duca di Parma, accettaffero di buona voglia le guernigioni Spagnuole . Non poterono nè pure in quell’ Anno i Cardinali ritenere il fommo Pon-