Anno MDCCXXXII. iS5 quelle fminuite di molto; e però la Repubblica fenza atterrirà per le eforbita >ti fpeie, nuove preghiere e nuovi tefori impiegò, per ottenere dall’ linperador Carlo Vi. altre forze, valevoli a finir quella pugna. Un altro dunque più poderofo corpo di tiuppe Alemanne, alla cui tella era il Pr.ncipe Luigi di JVirtcmberg, trafportato fu in Corfi-ca, ma con ordini nondimeno fegreti del faggio Augullo di vincere non già col ferro, ma bensì colla dolcezza e colla clemenza quella brava Nazione: giacché alla Corte Cefarea doveano fembrare degni di com-paiìione , e non affatto ingiulli i rifentimenn e le querele, che avea-no polle Tarmi in mano ad eiìi Popoli. Propofe in fatti quel Principe un’Amnelha, e perdono generale a i Corfì, ed infieme un accomodamento, con impegnare per mallevadore e garante della concordia lo lleflb Celare. Allora fu, che i due principali Capi de’ribelli, cioè Luigi Giafferi, e Andrea Ciaccaldi, ed altri lor Generali, entrarono in negoziato col Principe e co’Mimftri della Repubblica, e confeguen-temente rellò conchiufa la Pace, coll’ avere i Corfi confeguito onorevoli condizioni e vantaggi. Se ne tornarono pofeia a poco a poco in Lombardia l’armi Cefaree, ed ognun contava per terminate quelle tragiche feene; quando iti i Capi di efli Corfi, per umiliarli al Governo di Genova, furono all’improvvifo cacciati nelle carceri, per dileguo formato in Genova ( non già da i vecchi e faggi Senatori ) di dare in elfi un elemplar gaftigo a terrore de’pofteri. Per quella mancanza di fede non fi può dire quanto reilaffero amareggiati i Corfi, e quante doglianze ne facefle in Genova e alla Corte Cefarea il Principe di Wirtemberg. Vennero perciò preflanti ordini di Sua Maeilà Ce-farea a i Genovefi di rimettere in libertà quegli uomini ; e tuttoché i Minillri della Repubblica adduceiTero ragioni e pruove , eh’ efli per aver contravenuto a i recenti patti, non meritavano la protezione di fua Maeilà Cefarea, pure flette laido l’Imperadore in lor favore, di maniera che in fine dopo molti Mefi di prigionia, ricuperarono la libertà. Cagion fu quello inaspettato colpo, che continuarono come prima, anzi più di prima, i Corfi a non fi fidare de’Genovefi ; e ben ebbe a pentirfene la Repubblica, perchè vedremo riforgere la ribellione, che collo dipoi ranti altri tefori a quella ricca Città, e fece fpar-gere tanto l’angue di nuovo ad ambe le parti. Erafi dilatata la pelli-lenza de’Buoi nell’Alemagna , e ne gli Svizzeri. Pafsò nell’Anno prelente anche ne gli Stati della Repubblica di Venezia, e fi andava arrampicando eziandio nel Ferrarefe e nella Romagna . La divina Clemenza le tagliò il corfo, e cefsò sì deplorabil flagello. Fiera penfione e quella, a cui fi truova fuggetto il deliziofo Regno di Napoli per ca-Tomo Xll. L 3 gi°*