Anno MDCCXLÍI, appena Ceppe egli la refa d’effa fortezza , che finalmente determinò di fare un premeditato bel colpo : colpo nondimeno, thè parve a molti poco onorevole al nome Spagnuolo. Cioè prefe la marcia coll’ efercito fuo verfo il Ferrarei’e e Ravennate con fretta tale , che non minore fi offerva in chi è rimalto fconfino., lalciando indietro carriaggi e munizioni non poche . Ma non furono pigri gli Aullria-co-Sardi a muoverli anch’effi, e venuti per Cartello San Giovanni a Bologna, s’ avviarono per la Strada Maeftra nella Romagna, iterando di raggiugnere i fuggitivi Napolifpani. Quelli per buona ventura aveano avuto gambe migliori, e pervenuti nel dì 3 i. di Luglio a Rimino, quivi fi diedero a fare un gran guafto , cioè a fortificarli con trincieramenti, fpianate, e tagli d’alberi in grave defolazione di quei Popolo. Pareva oramai inevitabile qualche gran fatto d’armi in quelle rtrettezze, effendo pervenuti colà anche gli Alleati, voglioirdi far pruova dell’armi loro ; quando nel dì io. d’Agofto il General di Mon--iemar fece ben moilra di afpettarcon piè fermo i nemici, anzi di voler venire a battaglia; ma ali’improvvifo decampò anche di là , ritirandoli follecitameme a Pefaro e Fano, dove precedentemente erano Hate premeffe le artiglierie e bagagli.. Chiunque nelle precedenti guerre avea mirato il Principe Eugenio con foli trenta mila armati tenerli forte contra l’efercito Galiii-pano, quafi il doppio numerofo di gente , al vedere la tanto diverfa condotta di quell’altro Generale, non fapea trattenerli dallo ftupore, o dalla cenfura. t. non è già, che foiTero sì infievolite le di lui forze, giacché la maggior diferzione fu in quella fua precipitofa ritirata , e ciò non oliarne egli il e fio fi vantò pofcia, in tempo che i Napoletani s’erano feparati da lui, di aver lafciata al Conte di Gages fuo SucceiTore un’ Armata di diciotto mila combattenti , atti ad ogni maggiore imprefa, ma che tali per difgrazia non erano Itati in addietro. Strana cofa fu , eh’egli alìegaffe per motivo di quell’altra ritirata ciò, che ficcome diremo, avvenne in Napoli folamente nel dì 19. d’erto Mefe . Andò egli dunque dopo varie frettolofe marcie a intanarli nella Valle di Spoleti , dove gli fembrò d’ effere in ficuro, ilante 1’ avvifo che i Collegati aveano rifoluto di lafciarlo in pace . Tenuto in fatti configlio dal Re di Sardegna e dal Marefciallo Conte di Traun , prevalfe il parere del primo di non paffare di là da Rimino , e di non più infeguire chi combatteva colle fole gambe . In oltre pel {ingoiare rifpetto ed affetto , eh’ effo Re Sardo profetava al fommo Pontefice Benedetto XIV. gli premeva di non maggiormente effere d’aggravio a gli Stati della Chiefa: motivo, che i’avea alliba XÍL R 3 che