Anno M D C C X X X V I. io; Un difordine'ne tirò dietro un altro. Per la nuova del tentativo fatto in Roma contra de gli Spagnuoli, fi fermarono suquel di Vel-letri circa tre mila Soldati di quella Nazione, che erano in viaggio alla volta di Napoli; e mancando loro i foraggi, lì diedero a tagliare i grani in erba. Per queda cagione nel dì 22. d’Aprile fi mite in armi tutto quel Popolo , rifoluto non folo di vietare il paffaggio per la loro Città a quelle milizie, ma di forzarle a partirfi, eli venne alle brutte. Accorfe colà il Cardinal Francefco Barberino, ma. non potè calmare il tumulto. Per quefto in Roma fi accrebbe la guernigion de’ foldati. Volarono intanto Corrieri a Napoli e a Madrid , e fi trattò in Roma col Cardinale Acquaviva delle Soddisfazioni richiede per l’infulto de’ Trafteverini . Perchè non furono , quali fi efigevano , ef- So Porporato coll’altro di Belluga fi ritirò da Roma; fece levar Tarmi di Spagna e di Napoli da i Palazzi, e ordinò a tutti i Napoletani e Spagnuoli di ufcire della Città nel termine di dieci giorni. Da Napoli fu fatto ufcire il Nunzio del Papa. Anche in Madrid grave ri-Sentimento fu fatto con obbligar quella Corte il Nunzio Apoftolico a marciare fuori dei Regno, con chiudere la Nunziatura , e proibire ogni ricorfo alia Dateria, gadigando in tal maniera l’innocente Pontefice per ecceiìì non fuoi, e a’quali non aveano mancato ifuoi Minidri di apprettar quel rimedio, che fu poffibile . Peggio ancora avvenne . Nel dì fettimo di Maggio entrate le milizie Spagnuole in Velletri, piantarono in più luoghi ie forche , carcerarono gran copia di perfone , e comrnifero poi mille infolenze e violenze contra di quel Popolo, il quale fu forzato a pagare otto mila feudi, per efimerfi dal facco. Una truppa eziandio di Granatieri Spagnuoli paifara ad O-ftia, incendiò le capanne di que’Salinari, faccheggiòle officine; ed altri intimarono alla Città di Paledrina il pagamento di quindici mila Scudi pel gran reato di aver chiufe le porte ad alcuni pochi Spagnuoli , che volevano entrarvi. Altri affanni ancora provò il Papa dalla parte de’Tedefchi, per effere flato carcerato un Ufiziale Cefa-reo ; ed altri dalla Corte di Francia, il cui Ambafciatore fi ritirò da Roma per cagion della nomina di un Vefcovo fatta dal Re Stanislao , e non accettata dal Papa. Bollivano parimente le not<^ controvdrfie colla Corte diSavòia . In fomma Sembrava, che ognun de’ Potentati con abufo della fua Potenza fi faceffe lecito d’infultare il Sommo Pontefice con tutto il fuo retto operare : alle quali offeSe egli nondimeno altre armi non oppoSe , che quelle della manfuetudine e delia pazienza . In mezzo nulladimeno a tali burrafehefi offervò, effere dato dichiarato Viceré di Sicilia il Principe Don Bartolomeo Corjini Nipote