Annali d* Italia? Cagionò la rovina di molti Villaggi, Conventi, Chiefe, e Cafe. Le Città d’Ariano, Avellino, Nola, Ottaiano, Palma, e Sarno, e la Torre del Greco, fommamente patirono, e ne fuggirono tutti gli abitanti. Alcun Luogo vi reftò coperto dalla cenere alta ( fe pure è credibile ) quafi venti palmi. Orazioni pubbliche fi fecero per quarto in Napoli, Città che fi trovò ben piena di fpavento, ma altro incomodo non foffrì, che quello della caduta cenere. Merita anche memoria per iftruzione de’pofteri una delle pazzie di quefti tempi, cioè il già introdotto Lotto di Genova, che fi dilatò in Milano, Venezia, Napoli, Firenze, Roma, ed altri paefi . Di/fi pazzia, non già de’Principi, che con quella invenzione mortravano la loro indurtria in faper cavare dalle genti fenza lancetta il fangue; ma de’Popoli, che peri’ avidità di confeguire un gran premio, s’impoverivano, dando una volontaria contribuzione a gli accorti Regnanti, con ifcorgerfi in fine, che di pochi era il vantaggiosa perdita d’infiniti. Nella fola Roma danarofa, in cui fui principio ebbe gran voga eifo Lotto, e fi faceano più Eftrazioni in un Anno, fi calcolò, che in ciafcuno de’primi Anni fi giocaffe un millione di feudi Romani. Per lo più nè pur la metà ritornava in borfa de’ giocatori. Il gran guadagno reftava parte a i Conduttori del Giuoco, e parte al fommo Pontefice, che di quefto danaro' fi ferviva per continuar le magnifiche Fabbriche da lui intraprefe. Anno di Cristo mdccxxxviu. Indizione i. di Clemente XII. Papa 9. di Carlo VI. Imperadore 2.8. Cominciavano a pefar gli anni addoiTo al Pontefice C/ememe XII. Era anche caduto infermo di maniera, che più