!5© Annali d’ Italia. pendente Fortuna, avea cotanto dilatati i confini de’Tuoi Stati, e portata una Corona e un Pegno nella fua nobiliflìma Famiglia . S’ era quello generofo Principe , pieno Tempre di grandi idee , ma regolate da una {ingoiar Prudenza, tutto dato alla Pace , a far fiorire il commerzio ed ogni Arte nel fuo dominio , a fortificar le fue Piazze, ad accrefcere le forze militari, e gl’Ingegneri, e maflimamente a fabbricare con grandi fpefe la quali inefpugnabii Fortezza della Brunetta ; e ad abbellire ed accrefcere di abitazioni Torino. Con un Corpo di Leggi avea preferitto un faggio Regolamento alla buona am-miniftrazione della Giuftizia ne’ fuoi Tribunali, e a molti punti riguardanti il bene de’fudditi fuoi . Aveva anche ultimamente attefo a far fiorire le Lettere col fondare un’iniigne Univeriità , a cui chiamò de i rinomati ProfeiTori di tutte le Scienze: nella qual congiuntura con iilupore d’ognuno levò le Scuole a i Padri della Compagnia di Gesù, e a gli altri Regolari ancora in tutti i fuoi Stati di qua dal Mare, per iftabilire una conneffione e corrifpondenza di Studj fra 1’ Università di Torino, e le Scuole inferiori con un migliore infegnamento, per tutti i fuoi Stati d’Italia. Mentre egli era in cento ad altre glorio-fe azioni, eccolo nel prefente Anno determinarne una, che ben può dirli la più Eroica e mirabile, che poffa fare un Regnante. Era quello lempre memorabil Sovrano giunto all1 età di feffantaquattro anni, e provava già più d’un incomodo nella fua fanità per le tante pailate applicazioni della fua mente. Sul principio di Settembre fatto chiamare Carlo Emmanuele Principe di Piemonte, unico fuo Figlio, a lui fpiegò la rifoluzione di rinunziargli la Corona, e ilfupremoGoverno de*fuoi Stati; perchè intenzion iua era di ripofare oramai, e di liberarli da tutti gl’ imbarazzi, per prepararli pofatamente alla grand.’ opera dell’Erernità . Reilò forprefoil giovane Figlio a quella propo-fizione, e per quanto feppe, con gittarii anche in ginocchioni il pre- §ò , quando pure volefìè sgravarli d’un pefo , di cui era più laMae-à fua , che elio Figlio capace, di dichiararlo folamente fuo Luogotenente Generale, con ritenere la Sovranità, e il diritto di ripigliar le redini, quando trovaffe ciò più utile al bifogno de’fudditi. ivo ( replicò il Re ) venjimilmente io potrei talvolta dijapprovare quel che face/le: però o tutto , o nulla, lo non vo penfarvi in avvenire. Convenne cedere alla paterna determinazione e volontà. E pe* -rò nel dì terzo del fuddetto Mefe , convocati al Palazzo di Rivoli i M inillri, e molta Nobiltà , dopo aver detto, ch’egli iì fentiva indebolito dall’età, e dalle cure difficili di tanti anni del fuo Governo, rinunziava il Trono al Principe fuo Figlio amatiiìimo, colla foddis- fazìon