n4 Annali d’ Italia; fera del dì fette d’eflo Mefe i fuoi giorni con difpiacere univerfa-le, e maflimamente del Popolo Romano. Benché egli folle mo-defliffimo éd umilifllmo , pure amava la Magnificenza , e niun più di lui feppe conservare la Dignità Pontifizia. Maeftofo nel portamento, fenza mai adirarfi o fcomporfi , con poche parole, ma gravi, e Tempre con prudenza , rifpondeva, e sbrigava gli affari. In lui fi mirava un vero Principe Romano , ma di quei della ftampa vecchia. Reità perciò tuttavia una vantaggiofa memoria del faggio fuo governo : governo bensì breve, ma pieno di moderazione , e che potè in parte fervir d’efempio a i fuoi SucceiTori. Aprissi dipoi il facro Conclave , e non pochi furono i dibattimenti e gl’impegni per provvedere di un nuovo Pallore la greggia di C riilo . Videfi anche allora, come i configli umani cedono all’occulta Provvidenza, che governali mondo, e la Chiefa fua fantaj perciocché caddero tutti i Pretendenti a quella fuprema Dignità, e andò a terminare inafpettatamente la concorde elezione in chi non penfava al Triregno, nè punto lo defiderava, anzi fece quanta refiilenza potè, per non accettarlo, e farebbe anche fuggito, fe aveiTe potuto. Fu quelli il Cardinale Vincenzo Maria Orfino , di una delle più illuilri e primarie Famiglie Romane , che quattro fommi Pontefici avea dato ne’Secoli addietro alla Chiefa di Dio. Suo Nipote era il Duca di Gravina. Nato egli nel Febbraio del 1649. conservava tuttavia gran vigore di mente e di corpo. Nell’Ordine de’ Predicatori avea egli fatta Profeffione, ed anche attefe a predicare la parola di Dio. In età di ventitré anni era flato promoflo alla fa-cra Porpora da Clemente X. Fu prima Vefcovo di Siponto, poi di Cefena, e in quelli tempi fi trovava Arcivefcovo di Benevento. Ciò, che molTe i facri Elettori ad efaltare quafi in un momento quello perfonaggio, fu il credito della fua fempre incolpata vita, della iua incomparabil Pietà, e zelo Ecclefiailico, e del fuo fapere: doti fingolari, delle quali avea dato di grandi pruove in addietro nel fuo Patterai governo. Convenne chiamare il Generale de’Domenicani, riconofciuto fempre da lui per Superiore, acciocché gli ordinalTè in virtù di fama ubbidienza di accettare il Papato . Prefe egli il nome di Benedetto XIII. in venerazione di Benedetto XI. Pontefice di fan-ta vita, e dello ileflò ordine di S^n Domenico. La lua gratitudine verfo tutti i Cardinali concorfi all’ elezione fua , maggiormente atteilò le qualità dell’ottimo fuo cuore; fpezialmente liefe la bei neficenza fua verfo i due Cardinali Albani. Corre^no già molti anni, che il Fifco Imperiale fi manteneva in poffef-