88 Annali d5 Italia. alleflita una poderofa Armata navale, ma fcarfeggiavano di gente," perchè le leve per loro fatte in varj Luoghi d Italia ed Oltramonti , tardavano a comparire. In quello mentre il Pontefice Clemente. XI. che aveva già commoiìì colle più calde preghiere i Re di Spagna e Portogallo al foccorfo de’Veneti, ebbe ficuri avvilì, che il primo invierebbe fei Vafcelli e cinque Galee alle fue fpefe contra del comune nemico -, e il Portoghefe fece fciogliere le vele a fei groiii Vafcelli, e ad altrettanti minori per uniriì alle vele Pontifìcie. Accrebbe il Pontefice la fua fquadra navale di due Galee e di quattro Vafcelli, co’ quali congiunfero ancora i Cavalieri di Malta le loro forze, e il Gran Duca Cojimo IH. unì con erte quattro Galee, e due le Repubblica di Genova. Impofe il Pontefice una contribuzione al Clero d’Italia -, e quanto danaro potè fomminillrar la Camera Pontifìcia , e i più facoltosi Cardinali, tutto andò in aiuto de’Veneziani, e in foccorfo dell’ Imperador Carlo VI. La fperanza appunto maggiore del Santo Padre , dopo la protezione e 1’ aiuto di Dio , era riporta nelle forze del pi-iflìmo Auguflo . Certo è , che la Maertà fua con compaffione mirava il terribile fpoglio fatto, e vicino a farfì da’ Turchi delle Provincie Venete; mirava anche minacciato il fuo Regno di Napoli da i loro ulteriori progreffi; ma non fapea perciò rifolverfì a sfoderar la ipada contra di loro , per fofpetto , che la Corte di Spigna prevalendoli della congiuntura, in veder impegnate l’armi Imperiali in Ungheria, faeefle qualche folenne beffa a 1 fuoi Stati d’Italia. Per rimuovere quefto oftacolo fi affaccendò non poco il fommo Pontefice , ed ef-fendogli finalmente riufcito di ricavare rial Re Cattolico un’autentica prometta di non moleftare alcun de gli Stati poiìeduti dall' lm-peradore , durante la guerra col Turco: fua Santità fi fece garante e malevadore alla Corte di Vienna della ficurezza de’ Cefarei dominj in Italia. Con quella fidanza 1’ Augurto Carlo VI. nel dì 25. di Maggio ftret-ta co’Veneziani una Lega difenliva ed ofienfìva , non tardò più a dichiarar la guerra al Sultano. Un fiorito efercito di gente veterana teneva Cefare tuttavia in piedi, e cjueilo a poco a poco andò sfilando in Ungheria fino a i confini del dominio Turchefco. Il comando dell’ Armata fu dato al celebre Principe Eugenio di Sav.oìa , la cui mente , credito , e perizia militare fi contava per un altro efercito . Trovarono i Crilliani un’olle molto più poderofa di Turchi preparata a i confini, lotto il comando del Primo Vifire , e non folo ben animata alla refi/lenza, ma che s’inoltrò lino a Perervaradino, e baldanzofamente intimò a quel prefìdio la refa. Furono in que’contorni a villa le due ne mi-