\6o Annali d5 Italia. Anno di Cristo mdccxxxii. Indizione x. -di Clemente XII. Papa *. di Carlo VI. Imperadore zi. QUasi morirono di fete in quell’ Anno i Novellifti bramofì dì grandi avvenimenti. Fioriva la Pace, che {tendendo la ferenità fo-pra tutta l’Europa, non d’altro era feconda, che di privati divertimenti ed allegrezze. Di quelle fpezialmente abbondò la Tofca-na,- perciocché finalmente fciolti tutti i nodi, l’infante di Spagna Don Carlo il mife in viaggio per venire a far la fua comparfa nel teatro d’Italia. Imbarco!!! egli ad Antibo nel dì 23. del precedente Dicembre fulle Galee di Spagna, unite con quelle del Gran Duca; ma appena ebbe falpato, che fi alzò una violenta burrafea, che difperfe tutta la Flotta, e danneggiò forte non pochi di que’Legni. Ad onta nondimeno dell’infuriato elemento la Capitana di Spagna nel dì 27. approdò a Livorno, e vi sbarcò l’infante. Magnifico lopramodo fu l’accoglimento fattoaqueflo Reai Principe da quella Città, che poi folen-nizzò ne’feguenti giorni il fuo arrivo con funtuofe Macchine di fuochi, conviti, mufiche, illuminazioni, ed altre felle. Gareggiò con gli altri l’Univerfìtà de gli Ebrei, per atteftare anch’effa a quello novel- lo Sole il fuo giubilo ed offequio; e fioccavano dapertutto le Relazioni di sì grandiofe folennità. Dopo il ripofo di più di due Mefi in Livorno pafsò finalmente quello Principe a Firenze, ove fece il fuo fplendido ingreifo nel dì nove di Marzo, ricevuto colle maggiori di-moilra7Ìoni di ftima e d’affetto dal Gran Duca Gìan-Gajlom, e dall’ Elettrice Vedova di lui Sorella. In quella Capitale ancora nulla fi risparmiò di magnificenza, ne gli Archi trionfali, ne’fuochi d’artifizio, e in altre felle ed allegrie, contento ognuno di vedere con tanta felicità rifiorire nellTnfante le già cadente fchiatta de’Principi Medicei. Fu egli riconofeiuto non folo come Duca di Parma e Piacenza, ma ancora come Gran Principe, e Principe ereditario della Tofcana. A-vea già nel dì 29. dello feorfo Dicembre la Ducheffa vedova di Parma Dorotea, come Contutrice, prefo il poffeffo de’Ducati di Parma e Piacenza a nome del medefimo Infante dalle mani del Generale Conte Stampa Plenipotenziario dell’ Imperadore. Solenne era fiata quella funzione, e i Magiflrati e Deputati delle Comunità in tal congiuntura predarono ad elio Principe il Giuramento di fedeltà, come a Vaf-fallo dell’Imperadore, e del Romano Imperio. Dopo di che eITo Generale confegnò alla Ducheffa le chiavi della Città, e ordinò toflo alle