Anno M D C C X L I, 145 ?e Don Carlo Re delle due Sicilie di fare altrettanto. Ecco pertanto cominciar a giugnere verfo la metà di Novembre ad Orbitello, e a gli altri Porti di ToScana, Spettanti ad effo Re Don Carlo, varj imbarchi di truppe, munizioni, ed artiglierie provenienti da Barcellona e da Napoli. Parimente ad effo Orbitello arrivò nel dì nove di De-cembre il Duca di Momemar, deftinato Generale dell’armi di Spagna in Italia ; e da che nel Regno di Napoli fu fatta una maffa di circa dodici mila Soldati, fu chiefto alla Corte di Roma il paffaggio per gli Stati della Chiefa. Gran gelofia ed apprensione diedero alla ToScana sì fatti movimenti; e come Se fi aSpettaffe a momenti un’invafione da quella parte , fi preSero le poffibili precauzioni per la difefa di Livorno, e d’altri Luoghi. Ma perciocché premeva alla Francia, che non foffe inquietata la ToScana, ficcome paeSe permutato nella Lorena, e garantito dal Re Criitianiffimo, ben prevedendo effa , che 1’acquisto d’e ffa Lorena rimarrebbe eSpofto a pretenfioni, qualora foffe occupato da altri il Ducato della Toicana: perciò fu iotto mano fatto intendere al Gran Duca, Duca di Lorena, che non temefie Sconcerti a quegli Stati; e quella promeffa fi vide religioSamente mantenuta dipoi dalla Corte di Francia. Per conSeguente le Speranze de’ NapoliS-pani fi rivolfero tutte a gli Stati della Lombardia. Non iftava intanto in ozio la Corte di Vienna, cercando chi la làivaffe dal naufragio di sì gran tempera. Fu Spedito in Ollanda , e a Londra il Principe Wìnc&siao di Liclenjlcin, per muovere quelle Potenze in aiuto Suo, con far valere i tanti motivi di non laSciar crescere di Soverchio la già sì aumentata poffanza della Reai CaSa di Borbone, e di non permettere l’abbaffamento dell’Augufta CaSa d’Auftria, dalla cui conServazione e forza principalmente dipendeva la Libertà e Salute della Germania, e delle fteiie Potenze Marittime . Trovoffi nel Re Giorgio 11. e ne’Parlamenti d’Inghilterra tutta la più defidera-bil diSpofìzione di ioftenere Secondo gli obblighi precedenti la Prammatica Sanzione, e d’imprendere la guerra contra de’ Franzefi, distruttori della medefima. Non furono così favorevoli le rifpofte de gli Ollandefi, perchè troppo rincresceva a quella Nazione di rinunziare a i rilevanti profitti del Commerzio, finora mantenuto con Franzefi e Spagnuo-li. Fu anche creduto, che non mancaffero in quelle Provincie de i Penfionarj della Francia; ed altro perciò non fi potè ottenere, Se non che le Provincie unite puntualmente Soddisfarebbono a gli obblighi e patti della loro Lega, col fomminiftrare venti mila combattenti in Soccorfo della Regina, venendo il caSo della guerra. Quanto all Italia, cominciò per tempo la Corte di Vienna i Suoi negoziati con Tomo XI1. Q 3 Car~