Anno MDCCXLVI. veffe occupato Belvedere , e tutte le Porte , ed aveiTe permeilo 3 i Miniftri di Francia, Spagna, e Napoli il continuativi la loro dimora. Ciò farebbe fiato contro la Capitolazione 4 ma non importa . Così la decorrevano eilì. Altri poi afferificono , che fe gli Auftriaci avellerò faputo trattar bene quel Popolo , e promettergli lo sgravio di alcuni Dazj e Gabelle., nulla era più facile , che il far proclamare l’Augufta Imperadrice Signora di quella nobìl Città. Ma acciecati dal lieve guadagno prefente, nulla penfarono all’ avvenire .. Con rapido volo intanto portò la fama per tutta la Riviera di Legante l’avvilo della liberata Città, avvifo, che ficcome riempiè di terrore le fchiere Auftriache fparfe in Sarzana, Chiavari , Spezia ed altri Luoghi, così colmò d’allegrezza quegli abitanti. La gente faggia d’effi paefi , per -evitare ogni maggiore inconveniente, quella fu, che amichevolmente perfuafe a quelle truppe di andarfen^ con Dio; .e fe ne andarono, ma col cuor palpitante, finché giunfero di qua dall’Apennino . Loro furono fommimftrate vetture, e conceduto lo fpazio di otto giorni pel trafporto de’ loro Spedali e bagagli. Un gran dire fu per tutta Europa dell’avere i Genovefi con rifoluzione sì co-raggiofa fpezzati i loro ceppi ; ed anche chi non gli amava, li lodò . Fu poi comunemente pretefo , che fe il Miniftro Aultriaco con più moderazione folle proceduto in quefta contingenza , maggior gloria di Clemenza farebbe provvenuta all’Imperadrice Regina, ed a-vrebbono le fue armi sfuggito quello difguftofo rovefcio di fortuna . Non fi potè cavar di tefta a gli Auftriaci, e dura tuttavia, anzi durerà Tempre in loro la ferma periùafione, che il Governo di Genova manipolale lo fcotimento del giogo, e folto mano fe l’intenderle col Popolo , fingendo il contrario ne’pubblici Atti . Non fi può negare : molti giorni prima gran bollore appariva ne gli abitanti di Genova , e fi tenevano varie combricole : del che fu anche awifata la Corte di Vienna, fenza che nè effa , nè glìUhziali dell’ Armata ne faceflèro alcun conto, per la foverchia idea delle proprie forze e dell’altrui debolezza. Pure altresì è vero, che in una Repubblica , compofta di tanti Nobili, ciafcun de’quali ha de gl’ìnte-reffi ed affetti particolari, e fra’quali e il Popolo non paffa grande intrinfechezza , iembra, che non fi poteffe ordire una tela di tante fila, fenza che in qualche guifa ne trafpiraffe il concerto. Non è capace di fe greto un Popolo; di tutti i moti della medeiìma Plebe il Governo andò Tempre ragguagliando il Generale Auftriaco. Si sa ancora, che niuno de i Nobili pubblicamente s’unì col Popolo, fe Tomo X1L Z 3 non