Annali d’ Italia. chiarata Regina di Spagna, e calò in Italia. Suo condottiere era il Principe dì Lorena Velcovo d’Ofnabruch. Magnifico ricevimento le fece per li fuoi Stati la Veneta Repubblica. Nel dì 26. di Maggio furono ad inchinarla in Defenzano Rinaldo d' Efie Duca di Modena, e il Principe Don Giovanni Gaftone , fpedito dal Gran Duca Cojlmo de’ Medici Tuo Padre, e pofcia in Brefcia Francejco Farnefe Duca di Parma . Pallata ella Regina a Milano, ed ivi accolta con gran pompa e folennità, fu poi a viiìtar le deliziofe itole Borromee, e nel di 7. di Luglio s’inviò a San Pier d’Arena, dove imbarcata nella Fiorta In-gleie, nel dì 1 fciolfe le vele verfo Barcellona. Dappoiché la me-morabil vittoria degl’imperiali fotro Torino (convolfe tutte le mi-fure de’ Franzeii per conto dell’Italia, deliramente fu 1 principio del precedente Anno avevano eflì configliato Ferdinando Carlo Gonzaga Duca di Mantova di paffare per fua maggior ficurezzaa Venezia . E-leffe più toltola DucheiTa fua Moglie di ritirarfi in Francia, che di feguitario , e portatali a Parigi, quivi nel di 19. di Dicembre del 1710. mancata di vita , liberò quella Corte dall’obbligo di pagarle un annua convenevol penfione . Portò feco il Duca a Venezia un'incredibile afflizione , che crebbe poi a difmifura all’udire caduta in mano dellTmperadore la fua Capitale, e al trovarli fpogliato di tutti i fuoi Stati. Nè a mitigar qu-efta piaga ferviva punto la promeffa del Re Crillianiihmo di pagargli ogni anno quattrocento mila franchi, e di rimetterlo in cafa alla Pace. 11 laceravano continuamente i rimorfi delle fue fconfigliate rifoluzioni, e la notizia di non eiTer compatito da alcuno; laonde cominciò a patire oppreifiuni di cuore, con pericolo di foffocarfi, allorché lì metteva a giacere. Ora in Venezia, ed ora a Padova cercando rimedj a i mali non men del corpo che dell'animo , fi ridufle in fine a gli eftremi. Stava la Corte di. Vienna con l’occhio aperto al di lui vacillante fiato, e prima , ch’egli pren-defìe congedo dal Mondo, fulminò contra di lui una fiera lentenza, dichiarando lui reo di fellonia, e decaduti i fuoi Stati al Fifco Cefareo. L’ultimo dì della vita di quefto infelice Principe fu il quinto di Luglio dell’Anno prefente in Padova, e corfe; torto fama, che il veleno gli avelie abbreviati i giorni, quafichè i tanti difordmi della fua vita hcenziofa in addietro, e i fucceduti crepacuori non avellerò affai poffanza per condurlo al fepoicro in età di cinquanta fette anni. Non lafciò dopo di sé prole alcuna legittima, e quantunque Vincenzo Gonzaga Duca di Guailalla faceffe più e più iflanze e ncorfi per fuccedere nel Ducato di Mantova, ficcome chiamato nelleInveftitu-re, ed anche per patti confermati dal fu Auguflo Leopoldo , nè allora, nè