37^ Annali d’ Italia; fovrana e pubblica Fede, anche in cafo di Ribellione, e d’ogni aftffi maggiore penfatoo non peniato avvenimento. Come calpeftare sì chiari patti? E come condennare tanti innocenti Privati, e tanti che abitavano fuori del Genovefato, e fé ne erano ritirati dopo quella fpecie di cattività? Il fallimento poi de’Genovefi fi farebbe tirato dietro quel- lo di tant’altre Nazioni. Perchè verifimilmente dovettero eflere fatti de i forti richiami, e meglio efaminato l'affare, fe ne toccò con mano l’ingiuftizia. Smontò dipoi la Corte imperiale da quefta pretensone, e con altro Editto folamente pretefe, che i frutti e le rendite annue de gli Effetti de’Genovefi pervennero al Fifco, non effendo di dovere , che ferviffero per far guerra alla Maeftà fua Imperiale e Regale. Di grandi grida ci furono anche per quefto, pretendendo la gente, che li avellerò a tenere in depofito; altrimenti quella Corre in altri bifogni farebbe la penitenza della non mantenuta fede. Nello ftef-fo tempo fedamente fi pensò alle maniere militari da far pentire i Genovefi del loro attentato; e a quefto fine s’inviarono in Italia in gran copiale reclute, e de i nuovi corpi di Croati. Giacché il Generale Broun finceramente fcnffe alla Corte, quanto diffidi imprefa farebbe l’afledio di Genova, in vece fuar fu eletto il Generale Conte dì Schu-lemburg. Spedito intanto da i Genovefi ad effa Corte Imperiale il Padre Viotti Gefuita , ficcome ben informato de’pattati avvenimenti, per addurre le difcolpe del loro Governo,.non folo non fu ammetto, ma venne anche obbligato a tornarfene frettolofamente in Italia. Durante tuttavia il verno, non volle 1’ efercito Auftriaco marcire nell’ozio. EiTo ripigliò la Bocchetta con ¿sloggiarne i Genovefi. La dimora in quel Luogo fpelaio e freddo collo a gli Auftriaci gran perdita di gente. Rallentato poi, che fu il verno , calarono varie partite di Croati al baffo verfo Genova per bottinare, ed inquietare gli abitanti del paefe. Contaronfi allora alcune crudeltà dt quella gente , che facevano orrore. Ne reftò così irritato il Popolo di Genova, che fece fapere a i Comandanti Cefarei, che fe non mutavano regiftro , andrebbono a tagliare a pezzi tutti gli Ufiziali di lor Nazione prigionieri . Si’a Verfagl'ies, che a Madrid aveano portate i Genovefi le loro più vive iftanze e preghiere, per ottener foccorfi nel graviffimo loro biiogno. L’obbligo della cofcienza e dell’onore efigeva dalle due Corone un’emenda d’avere sì precipitofamente abbandonata al voler de’ nemici quella Repubblica. Perorava ancora l'interette, affinchè sì potente Città non cadeiTe in mano dell’ Auftriaca Potenza; e molto più avea forza pretto de’Franzefi il debito della gratitudine, non poten-