XXVII » ca di Lucca in quinto luogo , e co-nchiude: Più de-vafìi Dominj può » effere felice un piccolo, qualora, la Libertà, la concordia , /' efatta Giufii-» zia •> Il buon comparto, e la difcrete^a de i Tributi fa , che ognuno pofi-» ja e (fere contento del grado (uo . » Paria in itilo luogo del Sereniffimo Duca di Modena Tuo Princi-»pe, che è Francefco III. acpompagnato Tempre dal coraggio nelle » fatiche militari, e ne’difailri, Tempre giufto nel penfare , e nel con-» figliare, per teftimonianza della maggior parte degli Ufiziali Gallifpa-» ni ; che ha con tutto Tuo onore ricuperati i Tuoi Stati póffeduti per »più anni da altri, ma biTognofi di riforgere dai danni patiti per il » malefico influiTo delle guerre paiTate. Annovera in fetrimo luogo il »Ducato di Parma , e Piacenza, che dice aver iuperato ne’danni fof* » ferri quello di Modena : ma eilendo tornato colà il fangue della Sere-» niiììma CaTa FarneTe nel Reale Infante Don Filippo fratello de Potenti(-» fimi Re di Spagna , e di Napoli, dice eiler da fperare , che vi torni la » felicità, che vi fi godeva Totto gli ultimi prudenti Duchi, i quali ( do-» veva foggiugnere ) riconobber Tempre Feudo della S. Sede quel Du-» cato . Ottavo tra’Dominj d’Italia fa effer quello di Milano», e Man-» tova uniti, dipendenti dall’Auguftiffima Imperadrice Regina Maria »Terefa d’Auitria, di cui meritamente loda la pietà, la giuilizia, la »clemenza. Dice però coTa in ordine aeffo Ducato, che è ben di fen-» tirla colle fue ite ile parole : Qual fa per effere il ripofo , e fiollievo Juo » ne’ venturi tempi di pace, non fi può peranche comprendere, fante la rifo-» turione prefa dall Imperiale, e Reai Maeflà fua di non provare più il ram-» marico d’ aver creduto di avere, e di avere effettivamente pagato un po~ » derofo efercito per fua difefia in Italia , con averne poi trovata fidamente » appena la metà al bifiogno. Scarfifilmo è l’elogio, che fa l’Annaliila al » più valorofo , e più glorioTo Principe, che vanti la noflra Italia, c fi » riguardi il politico, o il militare, del che l’Europa tutta può fare » autorevol teftimonianza ; e la condotta nelle ultime guerre è ancora » viva nelle menti degli uomini, fenza che ci prendiamo briga di com-» mendarla. Solo diciamo, che efempj fimili di valore, e di gloria non » poiTono ricercarti nelle Storie moderne : ma dalla Storia Romana , » e Greca fi debbono prendere . F fe non foffe ftata introdotta dall’ in-» gegno umano, inventore fatale del fuoco fterminatore, la nuova » maniera di deflazione , e d’ eccidj , il valore , e la gloria di quello » Eroe darebbero del pari co‘p:ù rinomaci guerrieri degli antichi fecoli. » Quelli, fenza nominarlo, già s’intende , che è Carlo Emmanuele Re » di Sardegna, e Duca di Savoja , che è debolmente lodato in nono » luogo : Quanta par-e d'Italia fila fiottopojla , dice l’Annaliila, alia Re al » Cafa di Savoja, cgnuno si, fila non tulli Janno , quanto abbianojoj-