Anno MDCCXLIi, 255 Trovossi in un grave labirinto in quefti tempi il Duca di Modena, giacché fi miravano due nemiche Armate venir l’una da Levante, e Paltra da Ponente, con tutte le apparenze, che egli e i Tuoi Stati rimarrebbono efpofti a deplorabili traverfie , e forfè diverrebbero il teatro della guerra, perchè ognun brama di far, fe può mai, quefta danza in caia altrui; e più riipetto fi porterebbe a gli Stati della Chie-fa, che a i fuoi. Ognun sa, in cafi di tanta anguftia, quanto fia pe-ricolofo il partito della neutralità per chi ha poche forze, giacché lenza farfi merito nè coll’una nè coll’altra parte de i contendenti, fi fog-giace alla difgrazia d’effere divorato da amendue;e a peggio ancora, le avvien che l’un de gli eferciti prevaglia, troppo facilmente fufci-tandofi fofpetti e ragioni per prevalerli in fuo prò de gli Stati e delle Piazze altrui. Perfuafo dunque effo Duca, che col tenerli neutrale non fi iacea punto merito con alcun di effi, e verifimilmente gli avrebbe avuti nemici tutti e due: fi appigliò alla rifoluzione di abbracciar uno d'effi partiti. L’offequio ed affetto, ch’egli profeffava all’ Augufta Caia d’Auftria, e al Gran Duca di Tofcana, il configliavano ad unirli con loro; ma troppo pericolofo era per un Vaffallo dell’imperio il prendere l’armi contro dell’Imperador Carlo VII. nemico delle fuddette Potenze, e l’aderire alla Regina d’Ungheria, la quale in vece d’inviar nuove genti alla difefa dell’Italia, avea richiamata di là da’mon-ti una parte di quelle, che qui fi trovavano, ed avea in oltre con-feffato ad un fuo Miniftro venuto in Italia, di non poterli impegnare a foftener quefti Stati; e tanto anche fece intendere al Papa, e a i Veneziani per loro governo. Manteneva il Duca buona corrifpondenza colla Corte di Torino; ma quella il più che potè gli tenne occulto il Trattato di Lega conchiufa con quella di Vienna . Oltre a ciò nè pur comportavano gl’intereffi della propria Cafa al Duca d’aver per nemici l’Imperadore e la Spagna, ftante l’efferfi fcoperto, che la Cafa di Baviera nudriva delle pretenfioni fopra la Mirandola e fuo Ducato, e il faperfi, che Don Francefco Pico, già Duca d’effa Mirandola, protetto da gli Spagnuoli ne confervava dell’altre; e che fopra la Contea di Novellara, e fopra il Ducato di Mafia fi erano fvegliate liti, mal fondate fenza dubbio, ma che nel Tribunale Cefareo, fe foffe fiato nemico, avrebbono forfè avuta buona fortuna. 11 perchè moffo il Duca di Modena da tali rifleffioni, cercò più tofto di aderire alla parte de’più poffenti Potentati della Criftianità, cioè dell’Imperado-re, e de i Re di Francia e Spagna. Aveva egli per fua difefa in armi un bel Reggimento di Svizzeri, e un altro d’italiani, che era intervenuto alla battaglia di Croftka nella Servia, in tutto tre mila faldati.