150 Annali d’ Italia. molto non tardò a venir calando cotanta felicità del Bavaro Augufto. Imperocché avendo la Regina ammanite molte forze, co5 vecchi fuoi Reggimenti, e colla giunta di gran gente accorfa daU’Ungheria : fui principio del prefente Anno il Gran Duca Francesco fuo Conforte col General Comandante Conte di Kevenuller, Governatore di Vienna, dopo avere ricuperato la Città di Stair, ed Eens , andò a mettere 1’ affedio alla Città di Lintz. Nello fteffo tempo s’impadronirono gli Au-itriaci di Scarding, e nel dì 16. o pure 17. di Gennaio diedero una rotta ad un groiTo corpo di Bavareiì condotto i'otfo quella Piazza dal Marefciallo Bavarefe Conte Teringh. La Città di Lintz, benché fornita d’un prefidio confiftente in più di fétte mila Gallo-Bavari, pure nel dì 23. dello fteffo Mefe fi arrendè con patti onorevoli, effendo reftata libera la guernigione , ma con patto di non prendere per un Anno Farmi contro la Regina d’Ungheria: patto, che fu poi per alcune ragioni mal offervato. "Ciò fatto, furiofamente entrarono gli Auftriaci nella Baviera. Braunau, e Paffavia furono coftrette ad arrenderli : il terrore fi ftefe fino a Monaco Capitale d'effa Baviera, la quale mancando di fortificazioni e di gente, che la poteffe foilene-re, nel dì 13. di Febbraio con condizioni molto onefte venne in potere degli Auftriaci. Ed ecco quafi, a riferva d’Ingolftad, e di Strau-binga, la Baviera fottomeffa alla Regina d’Ungheria, ed efpofta alla defolazione portata dall’armi vincitrici, cioè i poveri Popoli condensati a far penitenza de gli alti difegni del loro Sovrano. Mancò intanto di vita in Vienna l’ Augufta Imperadrice Amalia Guglidmìna di Brun-svich, Vedova dell’Imperador Giufeppe. Il giorno 10. d’Aprile fu quello, che la conduffe a godere in Cielo il premio dell’ infigne fua Saviezza e Pietà, di cui anche refta in effa Città un perenne monumento nel religiofifftmo Moniftero delle Salefiane da effa fondato e dotato , e la di lei Vita data alla luce per decoro della Cattolica Religione . Cominciarono in quelli tempi ad udirli in armi Ungheri, Panduri, Tolpafci, Anacchi, Ulani, Valacchi, Licani, Croati, Varas-dini, ed altri nomi ftrani, genti di terribil afpetto, con abiti barbarici, ed armi diverfe, parte di loro mai difciplinata, atte nondimeno tutte a menar le mani, e fpezialmente profetanti una gran divozione al bottino. Parve in tal occasione, che ne’paffati tempi non aveffe conofciuto l’Augufta Cafa d’Auftria di poffeder tante miniere d’armari; eflendofi ella per lo più fervita delle fole valorofe milizie Tede fch e , e di qualche Reggimento d’Ufferi e Croati. Seppe ben la faggia Regina d’Ungheria prevalerfi di tutte le forze de’fuoi vaili Stati