Anno MDCCXLIV. 183 la pofitura ed inazione le due nemiche Armate fotto Velletri, quando fi cominciò a Tcorgere, che il Principe di Lobcovvitz meditava di decampare, e di ritirarfi alla volta del Tevere, giacché inviava innanzi verfo Cività vecchia i fuoi malati, e parte delle artiglierie, munizioni , e bagagli. Certamente durante la State non erano celiati di giugnere nuovi rinforzi di gente al fuo campo ; ma di gran lunga Tempre maggiore fi trovava il numero di coloro , che cadevano infermi, e andavano anche mancando di vita . I caldi di quel paefe non fi confacevano colle compleffioni Tedefche, avvezze a i freddi; e l’aria delle vicine Paludi Pontine {tendeva fin colà i perniciofi Tuoi influffi, di modo che quanto fi trovò in effo Ottobre infievolito l’eTercito Tuo, altrettanto fi vide diTperato il caTo di vincere la pugna, e di obbligare i NapoliTpani a retrocedere. Non è già, che reftaffe eTente da gravitimi guai anche l’ofte NapoIiTpana, flante la continua diTerzione , eh’ effa patì, maggior di quella de gli avverfarj , e la gran quantità de’Tuoi malati, e la difficultà di ricevere i viveri, che bisognava condurre con pericolo ben da lontano, effendofi Tpezialmente per qualche tempo trovata in Tomme anguftie per mancanza d’acqua da abbeverar uomini e cavalli. Pure tanta fu la coilanza del Re e di tutti i fuoi, che Tofferirono piuttofto ogni diTagio,che darla vinta a i vicini nemici. Pertanto Tuli’Alba del dì primo di Novembre il Principe di Lobcowitz levò il campo, e in ordine di battaglia s’inviò verTo Ponte Molle , per cui, e per un Ponte di barche già formato a fin di far paffare le artiglierie, nel dì Teguente ridufle di qua dal Tevere le genti Tue. Perchè da Roma ufeirono alcune centinaia di perTone arrolate dal Cardinale Acquaviva , che infeflarono il loro paT-Taggio , Te ne vendicò poTcia il Principe con dare il Tacco ad alcune innocenti Ville. Nello fteffo dì primo di Novembre anche l’Armata NapoIiTpana, trovandoti liberata da’ceppi di tanta durata, con giubilo ineTplicabile fi moiTe da Velletri per tener dietro a i nemici, procedendo nondimeno con tanta lentezza, che ben fi conobbe non aver voglia di cimentarfi con loro, ficcome quella che contava per Tuflìciente vittoria il vederli slontanare da quelle contrade . Nel dì due, framezzate dal Tevere, i cui Ponti erano flati rotti, fi fermarono in faccia le due Armate , falutandoti Tolamente l’una e 1' altra con varie cannonate. Quivi fi trovava coll’ofte Tua il Re delle due Sicilie Don Carlo, e ToTpirando la conTolazione di vedere il Pontefice Benedetto XIV. e di baciargli il piede, concertò pel dì fe-guentè l’entrata Tua in Roma. Colà portoffi la Maeflà Tua, accompagnata dal Duca di Modena 9 dal Conte di Gages t dal Duca di Ca- Jlropi-