XL V »ne, nè oftinati in difender cofa , che-fi opponga al vero . Ma fino-» ra non abbiamo altro da ritrattare , che ima fola parola interpre-» tata con rigore intempeftivo nel fuo proprio fenfo , benché volgar-» mente adoprifi anche in fenfo improprio, come fi è fatto da noi, »per inoltrare il noftro rifpetto a IHit fin Principi, con parola più » terfa ; e non mai in difpregio, come centro ogni giuftizia, e cari-» tà Criftiana fi è pretefo d.i efagerare. Contenendo in compendio queft'Articolo , da me qui riferbato, le ragioni, che difendono , e la fovranità, e i diritti della Santa Romana Chiefa , tanto su gli Stati, che poilìede, quanto su quelli, rifpetto a quali v'anra le lue giuftifììme,e incontraftabili pretensioni; non vi era cofa , con cui meglio, che col medefimo potefti chiudere le mie Prefazioni: l’oggetto principale delle quali è ftaro il vendicare, per quanto dame lì poteva , la fovranità , ei diritti mentovati contro ciò, che avea fcritto ne’fuoi Annali il Signor Muratori Eflì hanno fatto conofcere, quanto abbia di forza l’impegno , eia" prevenzione anche negli uomini grandi, e che quefti per quanto Ciano d’ingegno, di fapere , e di buon difcernimento forniti, fono Tempre uomini ; foggetti ancor eglino ad apprendere per verità, e dettame di ragione quello, che non è fe non un effetto de’noftri pregiudizi . Io non voglio decidere , e nemmeno efaminare, fe quanto Egli fcriffe in prò della Santa Sede, ed in commendazione, e dife-fa ancora di moltiilimi Romani Pontefici poffa contrapefarfi con quel- lo , che ha trafportato da altre fue fcritture,-ed inferito in quefti Annali contro il temperai dominio della prima, e con la foverchia libertà, con cui ha parlato di alcuni de’fecondi, mettendone in vifta, forfè oltre il dovere, i difetti. Per quanto a me poteva appartene^-re , ho cercato di non laiciar fuori cofa alcuna di quello, che rif-guarda i predetti due capi, fenza le dovute offervazioni, e confutazioni. E poiché in quello mi avea prevenutoli Giornalifta Romano, non ho voluto ad Efl’o defraudare la gloria della fua fatica, e del ze- lo immenfo verfo la Sede Apoftolica; onde fenza volermi approfitta-re, come altri forfè avrebbe fatto, dell’opera altrui, gli ho fedelmente, e per intero riportati; contentandomi di foggiugnere del mio quello, che mi fono creduto effer neceffario a fpiegare- alcune co fe , che a mio giudizio fembravano troppo leggermente toccate , o a ributtarne alcune altre, che alla diligenza del prelodato Giornalifta erano involontariame ite sfuggite, o forte anche non erano llate riputate degne di confutazione particolare. Del rimanente poi comen-dabiie fata fempre in quefti Annali quanto in gloria della Romana Chie-