Anno MDCCXXV. Tuo Miniftero la neceflìtà dtf’non differir maggiormente il proccurare al Re una Conforte, che confervaffe e propagaffe la fua Difcendenza. Dimorava in Parigi l’Infanta di Spagna , a lui deffinata in Moglie, che già per tale fperanza godeva il titolo di Regina -, ma quella Princi-peffa avea (blamente nel dì 31. di Marzo compiuto l'Anno fettimo dell’età lua, e troppo perciò conveniva aipettare , acciocché foffe atta alle funzioni del Matrimonio. Fu dunque prefa la rifoluzione di rimandarla con tutto decoro in Ifpagna , nè fi tardò ad efeguirla. Per atto sì inafpettato recarono talmente amareggiati il Re e la Regina di Spagna, che richiamarono tolto da Parigi ì lor Miniitri , e rimandarono anch’effi in Francia Madama di BeaujoLois, Figlia del fu Duca d’Orleans Reggente, la quale avea da accoppiarli in Matrimonio coll’Infante Don Carlo: e quella poi s’unì nel viaggio colla Sorella, vedova del defunto Re di Spagna Luigi, la quale parimente fe ne tornava a Parigi. Contribuì non poco quella rottura ad accelerar la Pace fuddetta fra l’imperadore e il Re Cattolico. Fu allora, che la gente curiofa prefe ad indovinare, qual Principeffa avrebbe la fortuna di falire lui trono di Francia; ma muno vi colpì. Con iilupore d’ognuno s’intefe dipoi, che il Re, o per dir meglio, il Duca di Borbone primo Miniitro, avea prefcelta la Principeffa Maria Figlia di Stanislao Re di Polonia, ma di lolo nome. Videfì quella Principeffa nel Mefe di Settembre condotta con gran pompa da Argentina al talamo Reale. Attendendo in quelli tempi il Pontefice Benedetto XI11. non meno al Pafloral governo, che all’ Economico de’fuoi Stati, pubblicò nel dì quindici d’Ottobre un’utiliffima Bolla intorno all’Annona di Roma, e all’Agricoltura di que’paefi. Non così fu applaudita nel Giugno di quell’ Anno la Promozione alla facra Porpora da lui fatta di Monfì-gnor Niccolò Cofaa, prevedendo già i più faggi, che quello perfonag-gio, favorito non poco dall’ottimo Pontefice, fi farebbe col tempo a-bufato della confidenza e bontà del fanto Padre, il quale non mai dicendo Baila alla gratitudine fua, volle premiare l’antica fervitù di que-ito fuggetto, e col tempo gli procacciò anche il ricco Arcivefcova-to di Benevento. S’egli foffe meritevole di tanti favori, ce ne avvedremo andando innanzi. Tomo XII. I Arano