Anno MDCCXLIII. 167 fciallo unitofì col Come di Afpremont Generale delle Savoiarde , nel dopo pranzo del dì otto del fuddetto Febbraio andò in traccia del Ga-ges, che ritiratoiì a Campofànto, e coperto dall’ un canto dalle rive del Panaro, dall’altro s’era afforzato nella Parocchiale e in varie caie di quel contorno. Correva allora un freddo atrociflimo, e al bel fereno erano flati per più notti i poveri foldati in armi e in guardia. Venne il tempo di menarle mani, e fi attaccò la fanguinofa zuffa, che per effere allora il Plenilunio, durò fino alle tre ore della notte, in cui gli Spagnuoli dopo avere fpogliati i fuoi morti, e mandati innanzi i feriti, fi ritirarono di là dal Panaro, e ruppero il Ponte ; pofcia follecitamente fi reflituirono al loro campo fotto Bologna ; giacché il Maresciallo di Traun non giudicò bene di permettere ad altri, che a gli Ufferi, d’infeguirli di là dal Fiume -, e forfè non potè dijMù perchè fenza ponte. Secondo il folito delle battaglie, che reflano in-decife, ciafcuna delle parti fi attribuì la vittoria, e non mancò ragione sì a gli uni, che a gli altri di cantare il Te Deum . Certo è, che gli Auflriaco-Sardi rimafero padroni del campo di battaglia, e coitrinfero gli avverfarj a ritirarfì, e che il Marefciallo di Traun, benché malconcio dalla gotta, fece maraviglie di fua per-fona, e che gli furono uccifi fotto due cavalli, e tutta anche la notte flette a cavallo d' un altro. Del pari è certo, che gli Spagnuoli o per inavvertenza, o per non potere inviare l’avvifo , o pure per coprire la loro ritirata, lafciarono indietro in una Caffina un Battaglione di Guadalaxara , che fece bella difefa, ma in fine fu obbligato a ren-derfi prigioniere di guerra. Confifteva in più di trecento foldati, e circa ventotto Ufiziali con tre bandiere, oltre a quaiì cento altri prigioni. Gli effetti poi moflrarono, che la peggio era toccata a gli Sp^-gnuoli. Contuttociò è fuor di dubbio, che il Generale Conte di Ga-ges fi trovava inferiore di forze, per aver dovuto lafciare circa due "mila perfone di là dal Fiume a cuflodire la tefla del Ponte, per fof-petto che i nemici fpediffero genti a quella volta. Nulladimeno fui principio riufcì alla Cavalleria Spagnuola di .rovefciar la Cavalleria Tedefca dell’ala fìniflra , e di metterla in fuga ; e fe il Duca di Atri-fco invece di perderfì ad infeguirla verfo la Mirandola, foffe ritornato più preito al campo contro la nemica fanteria, comune fentimen-to fu , che 1’Armata Auflriaco-Sarda rimaneva disfatta. Otto furono gli ftendardi, e due i timbali prefi da gli Spagnuoli. Ebbero prigionieri il Governatore di Modena Commendatore Cumiana, e i Tenenti Generali Conte Ciceri e Peisber, che furono rilafciari fulla parola, 1’ ultimo de’ quali fopraviffe poco alle fue ferite. Prefero in oltre ven- tidue