314 Annali d’ Italia; quafi tutti a Piacenza. Gli altri parimente , che erano a Como', Lecco, e Trezzo ed attediavano il Forte di Fuentes , tutti fé ne vennero a Milano. Ma ecco cominciar a comparire alle Porte di quella Città le fcorrerie de gli Uderi. Allora fu che il Generale Conte di Gages andò ad iniinuare al Reai Infante , che tempo era di ricoverarli a Pavia, aggiugnendo edere venuto quel giorno, ch’egli si chiaramente avea predetto all’Altezza fua Reale, prima di muo-verfi alla volta di Milano. Era fui far dell’Alba del dì 19. di Marzo , in cui quel Reai Principe col Duca di Modena, e col corpo di fua gente, prefe commiato da quella nobil Città. Quanto era flato il giubilo nell’entrarvi, altrettanto fu il rammarico ad abbandonarla . Due ore dopo la loro partenza ripigliarono gli Auftriaci il podef-fo di Milano ,• ed ebbero tempo di folennizzare la feda di San Giu-ieppe con tutti i fegni di allegria, sì per la felice liberazione della Città, che pel nome del primogenito Arciduchino. Non poterono allora i Politici contenerli dal biaiimare la condotta de gli Spagnuoli, che invece di attendere ad aiìxcurar meglio il di qua da Po coll’ efpugnazione della Cittadella d’Aled’andria, avea-no volutosi fmifuratamenteslargar l’ali, e prendere tanto paefe, fen-za ben riflettere , fe aveano forze da conservarlo . Efercito troppo divifo , non è più etercito . Erano fparpagliati i Gallifpani per tutto il di qua da Po, ed arrivava il dominio d’ effi da Adi per Piacenza e Parma fino a Reggio e Guaftalla . Tenevano Pavia , Vigevano , eia Città di Milano, ma con un Caftello forre, che minacciava non meno effi, che la Città. Occupavano ancora Lodi, eie Fortezze dell’ Adda. Dapertutto conveniva tener prefidj, e però dapertutto mancava un’Armata, e ciò che parea accrelcimento di potenza, non era che debolezza. Non fu già configlio del Duca di Modena, nè del Generale Gages, che s’andade a far quella bella fcena o fia com-parfa in Milano ; ma convenne ubbidire al Reale Infante , o ficco-me è più credibile, a gli ordini precifi venuti da Madrid. Troppo fpedo fogliono prendere mala piega le imprefe, qualora i Gabinetti lontani vogliono regolar le cofe, e faperne più di un Generale Tag-gio , che lui fatto conofce meglio la fituazion delle cofe, e fecondo le buone o cattive occafioni dee prendere nuove rifoluzioni. Con-tuttociò s’ha da riflettere , che non poterono gli Spagnuoli prevedere 1’improvvifa Pace dell’lmperadrice Regina col Re Prudi ano, nè Zepperò figurarli, ch’ella nell’afpro rigore del verno aveiTe da far volare in Italia sì gran forza di gente: tutti avvenimenti, chefcon-certarono le da loto forfè ben prefe mifure. A quelli impenfati col- . P» e