Anno MDCCVI. 37 due mila Imperiali vi perdeiTero la vita prima di poter fuperare que-forti ortacoli. Ma in fine li fuperarono , e data ne fu la gloria a Pruffiani , condotti dal Principe di Anhalt, che de’primi sboccarono nella circonvallazion nemica . Per la troppo lunga ertenfion delle linee era dirtribuita anzi difperfa la milizia de’Gallispani. Però non sì torto vi penetrò il groffo corpo de’Pruffiani, che fi fparfe il terrore e la cofternazione per gli altri vicini portamenti. Fecero bensì vi-gorofa refirtensa alcuni corpi di riferva, o pure riuniti, sì fanti che cavalli, ma in fine rimafero rovefciati dall’empito de’ nemici ; e da che furono da’guaftatori fpianatem ohe di quelle barriere, il refto dell’ efercito Cefareo entrato potè menar le mani. Allora non penfarono più i Gallispani, che a iàlvarfi; e chi potè fuggire, fuggì. Al Duca dP Orleans toccarono alcune ferite , dalle quali fu obbligato a ri-tirariì per farfi curare. Il Alarefcìallo di Marfin gravemente ferito fu prefo , ma nel dì feguente morì, rifparmiando a fe fteiTo il difpiace-re di comparire a Parigi colla tefta baffa per ifcufare l’infelicità de’ fuoi configli. A udire le relazioni de’vincitori, più di quattro mila e cinquecento furono i Gallispani rimarti uccifinel campo -, più di fette mila i fatti prigioni, parte nel campo fteffo , e parte alla Montagna, e a Chieri , colla guernigion di Civaffo, fra i quali almeno du-cento Ufiziali. A sì fatta lifta fi può ben far qualche detrazione. Certo è , che vennero in mano del vittoriofo Duca Vittorio Amedeo più di cento cinquanta pezzi di cannone, e circa feifanta mortari. Il doppio fi legge nelle Relazioni fuddetie. Oltre a ciò un’immen-fa quantità di bombe , granate, palle, polveri da fuoco, ed altri militari attrecci , con forfè due o più mila tra cavalli, muli, e buoi. Gran bagaglio, molta argenteria, e tutte le tende rimafero in preda de’foldati ; e fu detto, che fin la cafia di guerra entrafle nel ricco bottino. Non finì la giornata, che il Duca di Savoia col Principe Eugenio fece la'fu a entrata in Torino fra i Viva del fuo fefteg-giante Popolo, e a dirittura fi portò alia Cattedrale a tributare i fuoi .ringraziamenti all’ Altiffimo , dalla cui clemenza e protezione ri-conofceva sì memorabil vittoria. J1 poco di polve , che oramai rerta-va al Conte Daun per difefa di Torino* fervi a folennizzare quel Te. Deum col rimbombo di tutte le artiglierie. E tale fu quella famo-fa giornata e vittoria, che tanto più riempiè di rtupore 1’ Europa tutta, non che l’Italia, perchè non potea 1’©ile Cefareaafcenderea più di trenta mila perfone , e forfè nè pur vi arrivava per li tanti malati lafciati indietro , e per li tanti rtaccamenti rimarti nel Fer-rarefe, al Finale di Modena } a Carpi, Reggio , ed altri Luoghi, af-Tomo XII. C 3 6ne