I IO Annali d’ Italia: eia , Inghilterra e Sardegna reclamarono forte , e conchifero di continuare più ardentemente che mai le oililità contro la Spagna , fe il Re non li arrendeva al Trattato fuddetto di Londra. Aveanoefle Potenze già preferitto tre Mefi di tempo alla Cattolica Maeilà per ri-folvere ; laonde il piiffimo Re, defiderofo anch’ egli di rellituir la Pace all’Europa, nel dì 16. del fuddetto Gennaio abbracciò interamente il predetto Trattato di Londra con tutte le fue condizioni; e quella fua Reai volontà efpoila nel dì 17. Febbraio all'Haia, riempiè di confolazione tutti gli amatori della pubblica quiete. Vero è, che il Re Cattolico*Filippo V. cedette all'Augujlo Carlo VI. ogni fua pretensone e diritto fopra la Sicilia, coll’annullare ancora il patto della reverfione in cafo della mancanza di mafehi nell’Auilriaca Famiglia. Parimente vero è , che cedette al Re Vittorio Amedeo il Regno della Sardegna; ma quelli Regni non li poifedeva eflo Re Cattolico prima della prefente guerra. All’incontro in favore d’effo Monarca fu labilità , che venendo a vacare per mancanza difeendenti mafehi il Gran Ducato di Tofcana, e i Ducati di Parma e Piacenza , in eflì fuccede-rebbero i Figli mafehi legittimi e naturali della Regina Elijatetta Farnefe, Moglie di fua Maeilà Cattolica, efcludendone folamente chi di eli! e loro difeendenti arrivaiie ad effere Re di Spagna ; con patto nondimeno , che tali Ducati foiTero riconofciuti per Feudi Imperiali; e che intanto per maggior ficurezza vi fi mandaifero prefidj di Svizzeri. Parve a molti cofa llrana, che i Potentati dell'Europa difponeffero con tanto Defpotismo de gli Stati altrui , e viventi anche i lor Principi naturali, coll’imporre 111 oltre ad effi il giogo de’fuddetti prefidj . Se ne lagnarono fpezialmente il fommo Pontefice Clemente XI. che allegava tante ragioni della Camera Apoilolica fopra Parma e Piacenza ; e a quefto fine il Santo Padre nel Febbraio di queil’ Anno fpedì alla Corte di Vienna Monfignore Atejjandro Albani fuo Nipote, con commi/fione di difendere i diritti della fanta Sede. Pretendeva altresì il Duca di Tofcana Cofìmo III. che il dominio Fiorentino non folle fuggerto a Leggi Feudali dell’Imperio, e che a lui (lede ad e-ieggere il SuccefTore. Gran dibattimento era flato per quello in Firenze, dove que’Miniftri penfavano di poter rifufeitare il nome e la Libertà dell’ antica Repubblica , Dichiarò pertanto il Gran Duca , che mancando di vita Don Giovanni Gajìone Gran Principe, unico fuo Figlio mifchio, a lui fuccederebbe la vedova Elettrice Palatina Anna Maria Luigia parimente Figlia fua. . Spedì anche un Miniilro a tutte le Corti, per reclamare, e rapprefentar le fue ragioni. Ma dapertutto fi trovarono orecchie lorde, e al Gran Duca convenne prendere la leg-