' K 166 Annali d’ Italia: nire dalla Tofcana. Furono cagione quelli ripieghi, che i Barberini fermattero l’impetuofo corfo de 1 lor difegni. Trovavafi intanto in uno ftrano labirinto i! Farnefe , perchè di gran gente avea raccolto ; forze gli mancavano per mantenerle; e vergogna gli parea il licenziarle, ftan-do tuttavia pendenti gli affari tuoi. Perciò fpinto dalla difperazicne , e non già guidato da lano coniìglio, determinò di pattare per lo Stato Ecclefiailico , con ifperanza di ricuperar C altro , e mandò a chiedere il patto al Duca di Modena. Per quanto quefti non iì ilancatte con lettere , e con inviargli anche a quello line il Conte Fulvio Telti per dif-fuaderlo, non potè vincere la ferocia dell’animo fuo. Pertanto nel dì dieci di Settembre fi molle da Parma con foli tre mila cavalli , fenza artiglierie , fenza altri militari attrecci ; ed ettendo tranfitato per lo Stato del Duca di Modena, arditamente entrò nel Bolognefe. Seco era il Marefciallo d’ E tré, non già perchè la Francia avette prefo ad aiutare il Duca, ma perchè etto Marefciallo non godeva la buona grazia del Re fuo Signore . Se troppo capricciofa fcena fu quella del Duca, difapprovata anche da altri Principi, riufcì ben più ridicola l’alrra dell’efercito Pontihzio, afcendente, per quanto fu decto, a diciotto in venti mila guerrieri , la maggior parte nondimeno de’quali è da credere, che fotte di Villani atti a maneggiar la zappa e il badile, e non già fpade e mofchetti, che al comparire del Farnefe tuttofi fcompigliò e diilipò, come fan le paf-fere all’arrivo del nibbio. Chi qua , chi là , fenza che gli UHziali potettero ritenerli, fe pur gli Ufiziali non furono i primi a menar le gambe. Don Taddeo Barberino, Prefetto di Roma e Generale della Chiefa, folamente, allorché arrivò a Ferrara, fi tenne ficuro . Pafsò trionfalmente il Duca Odoardo per le Città della Romagna , che ninna re-fiilenza fecero, fenza inferir danno, contento delle neceffarie prov-vifioni per gli uomini e per li cavalli. Non gli mancò biafimo pref-fo alcuni Politici, perchè non fi fermaffe ed afforzaffe in quell’ uber-tofa Provincia, atta a mantener la fua gente, e a fargli pofcia confe-guir de’ vantaggi in una concordia. Ma egli per Meldola e per la Tofcana pafsò a Cattigliene del Lago , dove fece alto, p r dar agio a qualche'Trattato. Per sì baldanzofo e felice pattaggio del Farnefe gran commozione , gran terrore fi fvegliò in Roma, dove ognun fi facea lecito di fparlare de’ Barberini, temendo di vedere fra poco un nuovo Borbone alle porte di quella gran Città. Il vecchio Papa, a cui faceano fa-pere i Nipoti quel iolo , che loro piaceva, non potè ignorare in tale congiuntura i movimenti del Duca, e i lamenti e lo sbigottimento del Popolo . Anzi fpaventato anch’ egli, forfè perchè fofpetrava intelligenze e