3 2.8 Annali d’ Italia. ni, che erano deftinati per 1’ Armata di Levante: rifoluzione di non lieve detrimento, perchè a cagion di quella mancanza, ficcome diremo, finì poi male la conquida di Negroponte, faggiamente ideata dal Capitan Generale Morojlno. Con cento venti Legni fui fine d’A-goilo fi prefentarono i Veneziani forto la fuddetta riguardevol Città e Fortezza di Cailelnuovo. Di gran fatiche coftò la fua efpugnazio-iì e, ma in fine n’ufcirono i preiìdiarj e gli abitanti, lafciandone il poiTeiTo a’ Criiliani, che vi trovarono gran copia di munizioni, e cin-quantafette Cannoni di bronzo. Ora tanro abbaiamento della Potej-za Ottomana cagionò follevazioni in Coilantinopoli, fu depollo il Saltano Maometto , e foìlevato al Trono Solimano fuo Fratello . Non mancò la Porta in quelli tempi di muovere a Vienna propofizioni di Pace, e v’inclinavano alcuni de’Configlieri Cefarei, giacché fi prevedeva vicino lo fcoppio di nuove guerre dalla parte del Re Criftia-niffimo. Ma prevalfe il fentimento del Duca di Lorena, a cui fem-brava molto disdicevole il deporre 1’ armi in mezzo al corfo di tante vittorie, e mentre sì inviliti e sgomentati fi trovavano i dianzi sì orgoglio/! Mufulmani, Anno di Cristo mdclxxxviii. Indizione xi. di Innocenzo XI. Papa 13. di Leopoldo Imperadore 3o. Più’feroce che mai fi fcoprì il Re Luigi XIV. nell’Anno prefente contra del buon Pontefice Innocenzo XI. fperando pure col moltiplicare le violenze di ottener ciò, ch’egli non dovea pretendere, perchè contrario alla Giuilizia , alla Pietà, e alla Riverenza , profetata da i Re Criilianiffimi alla Sedia Apoftolica . Ordinò dunque al Marche-fe di Lavardino di far ben conofcere al Popolo Romano il fuo difprez-zo per le Cenfure Pontifizie , di foilener più che mai vigorofamente il poffeiTo delle Franchigie, e di camminare per Roma con più fallo che mai, come le fi trattaife di Città fottopolla a i Gigli , e in cui a-veiìe da prevalere all’autorità del Pontefice Sovrano quella del Re di Francia. Il ianto Padre mirava tutto fenza fcomporfi, rifoluto di vincere colla pazienza l’indebita perfecuzione. Gli furono propelle Leghe; ma egli riponeva tutta la fua difefa nella protezion di Dio, e nella giu-iLizia della fua caufa . Portoli! una mattina il Lavardino colla Guardia di trecento Ufiziali da trionfante alla Bafilica Vaticana, ed ebbe non so fe 11 contento, oppure il rammarico di veder fuggire i Sacerdoti