Vili
» lui alla concordia. Degli sforzi inutili della Francia contro Genova,
» e del Duca di Savoja da lei facrificato, perchè poco conto per lo più » truovano gli altri animali in voler far lega col Lione, non è noftro im-» pegno il favellarne. La foftanza fi è, che l’anno fegutnte 1626. fi » lenti d’improvvifo conchiufa la pace tra le due Potenze di Francia, » e Spagna, con tutto l’onor della S. Sede, che riebbe il poiTefTb de’ »Forti della Valtellina, e li demolì, Inabilita ivi per fempre la profef-» (ione della Fede Cattolica, e la dipendenza da’Grigioni col pagar »loro annuo tributo.
  » Fa grazia l’Annalifta di nominar le Coftituzioni Pontificie, ma fuor » di fito, e in generale; affinchè non fe ne veda la coftante ofTervan-» za poco fa defcritta. Narrato adunque, come Federigo Ubaldo Prin-» cipe di Urbino trovato una mattina morto in letto nella Città di Pe-»faro, lafciò gravida Claudia de’Medici fua moglie, la quale partorì »una fanciulla chiamata Vittoria, profegue, che i Veneziani, il Gran »Duca, ed altri Principi d’Italia avrebber defiderato, che in lei con-» tinuaffe quel Principato, affinchè non fi slargaffero tanto le fimbrie delti la Chiefa. Ma effa n era incapace fecondo le invefluure ; oltre di che le » tante Bolle de Papi, contrarie all'infeudare Stati cofpicui, non lafciaro-» no luogo a cotal progetto. Oltre a ciò, per quanto f offe propoflo al Pon-» tefice Urbano Vili, di far cadere quejlo per^o d Italia in uno de’fuoi » nipoti , e gli Spagnuoli ftcfft (i gloriaffero d effe re promotori di un tal » con figlio: pure il Papa fi difefe fempre da fomtghanti Sirene. Dopo aver » così giuiÌifìcato il Pontefice, e fatta guftare al lettore fuor del co-» fiume alcuna dolcezza , la fpruzza di alquante amarezze troppo a »lui familiari. Dice, che l’Arcivescovo novello Paolo Emilio Santorio » ( era nipote digniflimo del Card. S. Severina ) mandato là follecita« » mente dal Pontefice, cominciò a ingenrfi in faccende di Stato, e a voti lerla fare da Soprintendente. Che il Duca di ciò oiFefo mandò la ni-» potè a educare in Tofcana alla Corte, con animo di darla per mo-» glie al giovinetto Gran Duca Ferdinando II. e rinforzò le fue piazze »di guarnigioni Tofcane; che il Papa ingeloiìto, mandò truppe su i » confini di Tofcana, e d’Urbino : che cefali q uè' primi rumori fi mife ma-» no alla Quinteffen^a della deflre^a, ed eloquenza Romana, per indurre » il Duca a rinunciar con donazione tnter vivos il \uo Ducalo alla Chiefa: »Che il Duca per efentar da Ogni ve/fanone, e rifchto 1 cari fudditi fuoiy » rinunziò l’anno preferite quegli Stati al Sommo Pontefice, con pat-»to, che non fi aggravaiTero di più que’popoli, e ritiroffi a Caflel »Durante, Terra dichiarata poi Città dal Papa, e detta Urbania: E » finalmente, che il Cardinal Berlinghieri Gefiì prefe il poffeffo a novi me del Papa di quel Ducato, che abbraccia le Città di Urbino, Pefa-u:1?	» ro y