io6 Annali d’ Italia; di Sufa . Giunto che fu colà infieme coll’ Armata Regale , cominciò a trattar col Duca Carlo Emmanuele non già di un folo particolare aggiu-ftamente , ma della Pace univerfale fra le due Corone intereiTate ne gli affari di Mantova. Siccome tanto il Duca, che il Cardinale erano de’ più Scaltriti uomini della Terra , niun di effi fi fidava dell’altro , e Negoziatore fra loro a nome del Nunzio di Torino era il Mazzarino, che nè pure dal canto fuo la cedeva ad alcuno in accortezza , aftuzie , e raggiri. Parve al Ricbelieu d’eiìere burlato dal Duca, e tenuto a bada, aftinchè intanto lo Spinola e il Collalto faceffero qualche bel giuoco contro Mantova e Cafale. E nello'fteifo tempo già compariva infofpet-tito lo Spinola d’eiTo Duca, con giugnere a negargli foccorfo di danaro , e con pretendere, fe lo fomminiftrava , qualche Piazza per o-itaggio della fede. Era già paffata la metà di Marzo, quando il Cardinale fegretamente fi accolto alla Dora per pailar quel Fiume, con di-fegno di forprendere il Duca, il quale Soggiornando in Rivoli, Luogo di delizie, col Figlio Principe di Piemonte, moltrava feconda il fuo coflume fronte ferena , e cuor generofo in mezzo alle cure e a i pericoli più gravi. Andò fallito il colpo, perchè da qualche Amico ( ne fu poi lofpettato il Duca di Memoransì ) avvifato il Duca , fi ritirò prontamente a Torino, dove fece chiuder le Porte, armar le mura, e imprigionar quanti Franzefi vi trovò dentro ( e non erano pochi, iti o per inchinar la PrincipeiTa forella del Re, o per comperar vane cofe ) reilando ilranamente Sdegnato, anzi inviperito, e folo fpira: te vendetta contra del Richelieu per un tiro sì disdicevole alla fua Dignità e alla pubblica fede. Pertanto diede fuori un Manifefto , in cui amaramente fi dolfe di varj tradimenti del Cardinale verfo la fua perfona e i fuoi Stati, fenza nondimeno parlare di quel di Rivoli. Allora fu , che intavolò un Trattato col Marchefe Spinola, per cui pofcia fi gittò tutto in braccio a gli Auftriaci di Spagna e di Germania , fenza mai più voler dar orecchio a propofizioni del Richelieu , nè ammettere le lue am-bafciate. Per la ritirata di Carlo Emmanuele trovando il Cardinale di Richelieu liberi i palli, s’inoltrò verfo Torino, affinchè colà fi riduceflero le forze del Duca, fingendo di voler aflalire quella Città. Pofcia all’im-provvifo fpinfe il Crequì addotto a Pinerolo, Luogo diltante dodici miglia da Torino , e v’andò poi egli in perfona con tutta l’Armata. Nè la Terra , nè la Cittadella fecero lunga difefa. Nel dì 31. di Marzo , giorno di Pafqua , furono amendue in poter de’Franzefi; e il Cardinale , che già meditava più vaiti difegni, ordinò tolto una potente fortificazione a quel Luogo , per formarvi una Fortezza Reale , che fef-