Anno MDCXCII. j ^ £ in fatti attediata da i Mufulmani la Città di Lepanto, ma ne furono effi anche r-efpinti. Niun’altra azione di raglia fi fece dipoi. Intanto il Generale Celàreo Heisler ebbe ordine di mettere il campo al Gran Varadino, Città e Fortezza di molta importanza nella Tranixlvania Tulle Frontiere dell’Ungheria. Gran tempo e fangue iìfpefe, per arrivarne all’acquiilo. Ma finalmente nel dì tre di Giugno li videro forzati i Turchi a renderli con buoni patti, e nel dì quinto , Fella folenne del Corpo del Signore, quivi s’inalberò la Croce con giubilo inelplicabi-le de gli amatori della Religion Cattolica. Gran fella ne fu fatta in Roma, e per tutta l’Italia. Né pur ivi altra maggiore imprela li fece nell’Anno prefente. Per conto della guerra del Piemonte, da che fu richiamato in Germania il General Caraffa , che avea trovata la maniera di farli pel fuo orgoglio , e più per la fua crudeltà, odiar da tutti in Italia, fu fpe-dito al comando delle truppe Cefaree il Marefciallo Caprara Bologne-fé, uomo di gran credito per tante fue belle militari azioni. S’infermò egli in Verona, nè potè prima del dì 13. di Luglio arrivare a Torino . Tenutoli conlìglio da tutti i Generali, giacché non fu gradirò d’ imprendere l’affedio di Pmerolo : fu rifoluto di penetrare nel Deificato con dieci mila cavalli e fedici mila fanti, lulìngandolì i Collegati di veder le migliaia d’Ugonotti, che cavatali la mafchera fi umifero all’elèrcito loro. Scomunicate erano le llrade per li dirupi delle montagne: pure la fperanza d’arricchir tutti coll’ideato bottino, metteva l'ali a i piedi d’ognuno. I Generali erano lo Hello Duca di Savoia,, il Marchefe di Leganes , il Marefciallo Caprara , e il Principe Eugenio . Prefero Guileilre fulle prime, e quindi con affedio obbligarono la poco forte Città di Ambrun a prefentar loro le chiavi. Quella e-ziandio di Gap fenza fatica venne alla loro ubbidienza, e fu poi barbaramente faccheggiata, ed anche data alle fiamme: crudeltà ufata da i Tedefchi per dovunque pattarono . Vi fu , chi credette, che le fotte proceduta innanzi quell’Armata, Granoble , e Lione avrebbero aperte le porte . Ma caduto infermo di vaiuolo il Duca Vittorio Amedeo, ed avendo il Caprara e il Leganes ordini fegreti di rifparmiar le truppe , all’udire, che accorrevano da ogni parte Franzeli, ad altro non il pensò, che a ritornacene indietro. Per varie llrade ripafsò quell’ Armata. L’infermo Duca portato come in un letto entro agiata feg-getta , giunfe a Cuneo , l’eco avendo la Ducheffa Conforte, che al primo avvifo del fuo male co i Medici avea valicato quelle afpre nfon-tagne. Non prima del dì quattro d’Ottobre giunfe a Torino, e quindi in villa , dove fi convertì il fuo malore in quartana doppia, che di-