XVII » venuta a Roma di Criftina Aleffandra Regina di Svezia il dì 19. De-» cembre, accompagnata l'empre dall’iniìgne Letterato Luca Oliremo » Canonico di San Pietro. Certamente riempiè d’ allegrezza , e di ma-» raviglia quefta Corte il vedere Donna disi alto affare, abbandonarlo il Regno, abbracciare la Cattolica Religione: ma molto più le » fomminiftrò da ammirare , o da gioirne in 34. anni di ilio foggior-» no fino al 1689. in cui morì cattolicamente, pochi meli prima di » Innocenzo XI. tal era la di lei vivacità, e tale il buon gufto nelle fcien-» ze , e nelle Arti nobili. » In quanto al Pontefice, riporta plaufo dall’ Annalifta; perchè avea » affai conofciuti , e molto ¿enfiati i difordini del nepotismo ; e perà per qua-» fi tutto il primo anno del Juo governo flette fermo in non volere in Roti ma il fratello Alano, e nipoti con fiupore di Roma , non avveda a (o-» migliami miracoli. Muta però linguaggio ben torto, avvitandoci, che » fi allontanò dalle buone mailime di Sprezzar le cole caduche di que-» ita vita, e tenere innanzi agli occhi le memorie della morte, e le »vite, e le azioni de’Pontefici più iniìgni: che non potendo più reg-» gere alla tentazione, chiamò alla Corte D. Mario Chigi fuo fratello, » e i di lui figli , mettendo in mano loro i pubblici affari, contentando-» fi di confermare la Bolla di Gregorio XIII. che vieta il promette-» re, e prendere regali per qualfivogfca giuftizia , e grazia nella Corte » Romana, con aggiungervi nuove pene : che tal rifarcimenro di nepo-» tismo fece parlar molti ben diverf'amente, e fece cader la penna al » P. Sforza Pallavicino, poi Cardinale, che avea cominciato a fcrive-» re la di lui vita: e finalmente , che i Veneziani fi dolfero, per aver »egli fofcritto in Conclave il Decreto, in cui s’obbligava il futuro » Pontefice a fomminirtrare loro un corpo di Galere con tre mila fol-» dati a proprie fpefe, e poi non aver date più di quattro Galere con » meno di mille uomini. Con tutto ciò non può egli tacere all’anno » 1656. le favie precauzioni, e le abbondanti limofine, che frenaro-» no alquanto l'impeto della fiera peftilenza in Roma, e nello Stato, »la quale altrove fu sì veemente, e defolò quafi Napoli. Molto me-»no può tacer l’anno feguente la liberalità del Pontefice verfo i Ve-» neziani, con cedere loro tutte le rendite de’Conventini aboliti in quel-» lo Stato , e de’ Conventi de’ Cruciferi, e di Santo Spirito da lui fup-» preflì, con altre grazie; obbligandoli a richiamare i Padri della Com-» pagnia di Gesù, i quali per 57. anni dal tempo dell’interdetto era-» no ftati eiuli da quello Statos » Due non meno delicati, che ftrepitofi accidenti feguirono in » quefto Pontificato , i quali maneggiati da Scrittor male affetto alla >♦ Corte di Roma empiono la fantalìa di disiitima per la medesima., e vi /