Anno MDCLXXVIII. i9$ Anno di Cristo mdclxxviii. Indizione i. di Innocenzo XI. Papa 3. di Leopoldo Imperadore io. C^Ontinuava il fuo foggiorno in Roma la Cattolica Regina di j Svezia Cnjlina , con far divenire il fuo Palazzo un! Accademia di tutti i Letterati. Ma non poteva ella più reggere al magnifico trattamento fuo finquì mantenuto, perchè le guerre paliate fra i Re di Svezia e Danimarca, eT Elettore di Brandeburgo, aveano portato non lieve eccidio alle rendite, ch’ella s’era riferiate nella Pomerania. Ebbe ella ricorfo al fommo Pontefice, implorando il fuo aiutoj nè indarno l’implorò, perchè il Santo Padre le fece aflegnare una pendone annua di dodici mila feudi, da pagarli alla medefima dalla Camera Apoftolica. L’Anno fu quello, in cui ebbe fine la ribellion di Mef-fina, e l’ebbe aliai lagrimevole. Trattavafi, come già dicemmo, della Pace in Nimega . S’avvide il Re Criftianiffimo, che gli era forza di abbandonar la Sicilia : tante premure ne faceano gli Ollandefi, non che gli Spagnuoli. Però volendo rifparmiare le tante fpefe, che gli coftava il mantenimento di Meilìna, Città che già s’avea da abbandonare: non volle afpettareil tempo della Pace , ed improvvifamente {pedi ordine al Marefciallo della Fogliada , il quale era ilato fpedito colà con richiamarne il Duca di Vivona, che immediatamente con tutti i fuoi fe ne tornaffe in Francia. Dopo avere il Marefciallo imbarcata quali tuttala fua gente col pretello di voler fare un’imprefa, portò quella dolorofa nuova al Senato, e rimile a i Melimeli le guardie di tutte le Fortezze. Indarno fu pregato di fofpendere per un po’di tempo la fua partenza. Rifpol'e, ellere così predanti gli ordini fuoi, che gli conveniva far vela in quel giorno x offerendo nondimeno di ricevere nelle navi chiunque de’ Mefiinefi volefle far partenza con lui. Ufci-to eh’ egli fu di quel luogo, furono molti di parere, che bifognava trucidar quanti Franzefi ivi erano, e voltare il cannone contro le lor na- vi, e mandarle a fondo. Ma a sì beilial configlio prevalfe quello de’ timidi e faggi. Però ad altro non penfarono i Nobili e Popolari, eh’ erano itati più caldi nella ribellione , che di fottrarfi all'ira e vendetta de gli Spagnuoli, da loro riguardati come gente implacabile. Che terribile feena, che compaflìonevole fpettacolo fu mai quello! che urli, che finghiozzi, che lagrime! Ben fette mila perfone andarono per imbarcarli con fomma fretta, perchè non più di quattro ore fu loro