Anno MDCXXVI. «7 voluto e lodato da’Cattolici tutti, dicevano eiìi, che veniva la Vai-tellina a reftare in foftanza, fe non in apparenza, indipendente dalla giurisdizion de’Grigioni, e tutta divota per li ricevuti vantaggi e per la neceffnà del commerzio a i vicini Spagnuoli. Oltre a ciò rimanevano traditi e Sacrificati gl’intereiTi di tutti i Collegati della Francia, e troppo (conciamente pregiudicato alle convenienze d’ognuno. In fatti rimafero Stranamente alterati gli animi de’Grigioni, de’Veneziani, e fpe-zialmente del Duca di Savoia, ed ognuno d’eili proruppe in molte doglianze. Tuttavia per prudenza e per neceffità convenne loro accomodarti alle determinazioni di chi le poteva far efeguire. Il Pontefice, i Genoveti, e gli altri Principi d’Italia con occhi diverti riguardarono quefto accordo. Se ne compiacquero gli ultimi, non già per l’onore e per li vantaggi della Spagna, ma perchè tornava la calma in Italia. Maggior piacere ne provarono i Genoveti, che collegatifi in quefto bol-lor di cole, col Re Cattolico, reftavano fotto la di lui protezione, e liberati dalle nuove minaccie del Duca di Savoia. Finalmente affaittimo ne efultò il Pontefice , perchè quantunque penaffe a digerire, il non effere ftati ammetti i fuoi Miniitri al Trattato, pure al mirare così ben atticurato il punto importante della Religione, e provveduto al Suo dej coro colla reltituzion de i Forti della Valtellina, di più non gli restava da desiderare. Fors’ anche l’armamento da lui fatto non provenne da intenzione alcuna di guerra, ma bensì da fegrctiSiimi avviti, come avea da finir queita faccenda* laonde fpedì egli prontamente queite truppe, affinchè foffero pronte a riceverne la confegna. Finalmente considerando il midollo d’etta Pace, non vi ti potè trovar lefa la Giuftizia, perchè fi reftituì a i Grigioni l’alto lor dominio nella Valtellina, con rimediar folamente all’ufurpazione da lor fatta contro i precedenti ufi e patti rulla Religione e Libertà di que’Popoli. Si attele intanto all’e-fecuzion del Trattato. Gran difficultà e dilazioni oppofe il Marchese di Coeuvres alla confegna della Fortezze* ma fui principio dell’Anno feguente n’entrò in poifetto Torquato Conti a nome del Pontefice, e tutto t'ece demolire. In Francia coll'afTenfo dell’Ambafciatore Spagnuo- lo fu dipoi taffata la penfione o tributo, che fi dovea pagare ogni anno dalla Valtellina a i Grigioni, in venticinque mila feudi. Più fca-brofo riufeì il comporre le differenze del Duca di Savoia co’Genovesi, e convenne portar l’affare alla Corte di Spagna. Pretendeva il Duca per preliminare la reftituzion de’Luoghi, di una Galea, e de’Cannoni a lui preti. A quefto in fine condifceiero i Genoveti, ma ben (aldo tennero l’acquisto del Marchefato di Zuccheralo, e viva tuttavia durò la discordia fra loro. F 4 Res*