Anno MDCLXX VI; i9i ricevuto da Tolone nel Settembre un rinforzo di tre mila uomini, e nell’Ottobre altri mille e cinquecento fanti, e cinquecento cavalli: fecero in appretto delle incurfioni nella Calabria ; nella Sicilia s’impadronirono dell’ importante Luogo di Taormina colla fpada alla mano; prefero la Scaletta, e la demolirono ; e s’impoffeflarono d’alcuni altri piccioli Luoghi di quell’ Ifola. Ancorché mi faccia reftare perpleifo l’af-ferzione del Veneto elegante Storico Giovanni Graziani, che riferifce al precedente Anno la morte di Niccolò Sagredo Doge di Venezia: pure feguitando io il Vianolk, ed altre Memorie, non crederei d’ingannarmi, con dirla accaduta verfo la metà d’Agofto nell’Anno preferite. Un avvenimento poi infolito, o almeno da gran tempo non veduto in quella sì ben regolata Repubblica, diede molto da difcorrere alla gente . Secondo i riti dell’ ingegnofo ballottamento , che fi pratica per l’ elezione de i Dogi, era caduta la forte in Giovanni Sagredo , perfonag-gio certamente degno di quella Dignità. Ma allorché tu annunziato dal balcone il fuo nome ai folto Popolo , ratinato nella Piazza, cominciarono non pochi dell’infima Plebe a gridar con alte voci : Noi volemo : e crebbe appreifo a difmifura quello tumulto . Allora i Saggi nel gran Coniglio giudicarono meglio di non approvar l’elezione del Sagredo, a cui per ricompenfa conferirono pofcia altri de’principali onori della Patria, ed elelìero Doge Luigi Cvntarino. Seguitò ancora in queiF Anno l’oftinata guerra della Francia contra de i Collegati, le cui principali imprefe furono la prefa di Filisburgo fatta dal Duca di Lorena, e 1’ attedio di Maitrich, formato da Guglielmo Prìncipe d' Oranges, ma con poca riufcita , avendolo coilretto i Franzefi a ritirarli. Intanto era ila-ta deftinata Nimega, per trattarvi di Pace colla mediazione di Cario 11. Re d’Inghilterra. Benché fi trattaffe di una Città fottopoila a gli Eretici, pure tale era la premura del Pontefice per quello gran bene, che s’indulfe ad inviar colà Monjignor Bevilacqua , per dar braccio e calore alla Concordia , per cui nondimeno s’impiegarono in vano parole e ripieghi nell’Anno prefente: sì alte erano le preteniìoni d’ambe le parti. Anno di Cristo mdclxxvii. Indizione xv. di Innocenzo XI. Papa i. di Leopoldo Imperadore 19. NOn rallentava i fuoi penfieri lo zelante Pontefice Innocenzo XI. pei mettere in iftato l’alma Città di Roma da poter fervire d’ efem-pio ali’altre nella riforma de’coilumi. Sopra tutto mirava egli di mal X 2 occhio