Anno JÌDCXLVIt 189 applicò poi da faggio a trattar di concordia fra effi , e il Governo , ottenendo loro molte grazie e privilegi : ^ che fervi a quetare e rallegrare i fediziofi. Ma perciocché da’ bottegai e da i rivenderuoli non fi volle ilare al fifTato calmiere de’ comeftibili, tornò più pazzamente di prima ad infuriar la Plebe, e andò per infignorirfi della cafa , dove fi conferva il teforo del Re ; ma vi trovò un corpo di cavalleria, che mandò a monte i loro difegni. Fu configliato il Viceré di mettere in armi gli Artidi, e così fu fatto . La Nobiltà ftef-fa,e fin gli Ecclefiaftici prefero dipoi Tarmi contro la Plebe: nel qual tempo colti alcuni capi de gli ammutinati, a terrore de gli altri furono impiccati. Ma non andò molto, che anche gli Artifti fi unirono col Popolaccio; e perciocché chiamati a Palazzo due Confoli dell’Arti, per trattare d’accordo, tardarono a tornare indietro, fpar-fafi voce, che foifero fiati llrangolati ( il che era falfo ) vie più allora divampò la furia della gente; e benché comparificro i Confoli, non rallentò punto l’ardore de’fediziofi . Con sì ftrepitofe fcene, che durarono per più fettimane, s’era giunto al dì quindici d’Agofto, quando Giufeppe da Lefi , tiradore d’oro, fattofi Capo-Popolo, e gridando: Muoia il mal governo, conduife tutti i fuoi feguaci all’Ar-meria Regale , dove ciafcun fi provvide di armi, di polve da fuoco, e d’ ogni munizione da guerra ; ed avendo anche tratto da un baluardo un Cannone, e un Sagro, condufl'e la truppa al Palazzo, e fparò quell’artiglieria verfo la porta. Allora il Viceré prefe il partirò di ufcire fegretamente, e di falvarfi nelle Galee; eia Viceregina fi ritirò anch’ella a Caitellamare. Allora fpezialmente fu , che fi unirono molti Nobili per opporfi a i Ribelli, i quali perchè s’infofpettiro-no del loro Capo, cioè di Giufeppe da Lefi, per aver egli meffe guardie, acciocché non foffe dato il facco al Palazzo , fi rivoltarono contra di lui. Ufciti i Nobili a cavallo cominciarono a dar la caccia a ai Plebei. Fu uccifo il fuddetto Giufeppe con Francefco fuo Fratel- lo. De i prefi nel dì 22. di Agofto ne furono ilrozzati tredici, ed altri menati alle prigioni. S’ era reftituito il Marcheje de los Vele^ a Caftellamare , e quivi co’ fuoi Configheri andava ftudiandole maniere di dar fine alla Tragedia, con pubblicare un perdon generale, e promettere l’abolizione delle gabelle; e furono anche diltefi molti Capitoli di migliore regolamento in avvenire per bene ed appagamento del Popolo. Ma quando egli fi credea d’effere in porto , fi trovava di nuovo in tempeila, perchè i Siciliani nazion vivaciffima, quanto facili fono a prendere fuoco , altrettanto fon difficili a quetaifi. Perciò durò il torbido fino al dt