Anno MDCXLVIM. 105 difefe il portello contro i Franzefi. Sollecitava intanto il Duca di Modena i foccorfi a lui prometti da Parigi, e iacea tutti i preparamenti per ufcire in campagna coile Tue genti; e perchè Cafal Maggiore fcarfeggiava di viveri, trovò maniera di farvi giugnere quattro cento facchi di farina. Ricevuto poi ch’egli ebbe le truppe Franzefi sbarcate a Lerice, ed unite colle Aie, pafsò il Pò, e andò col Mare/dal- lo di Plejfis Praliti a congiugnerli col Conte di Novaglies, pollato in Calai Maggiore, formando un’Armata di quattordici mila tra fanti e cavalli. S’erano gli Spagnuoli premuniti con un terribil trincierone lungo alquante miglia, per tener lontano da Cremona il nemico. Fu ri-iòluto di levar tale ollacolo, e nel dì jo. di Giugno li andò aU’artal-to. Non lafciarono gli Spagnuoli di fare una gran difefa, ma in fine fi videro collretii alla fuga, con irtrage di molti di loro, e perdita delle artiglierie. Qui rollo cominciò la difcordia. Voleva il Duca correre fubito all’attedio di Cremona. Era egli General de’Franzefi, per comandar loro nelle cofe d’onore, ma per ubbidire in quelle di guerra. 11 Marefciallo di Plertìs pretendeva, che fi progredirte per entrar nel cuor di Milano; ma perchè tentato più d’una volta il patteggio dell’ Adda non riulcì, condifcefe in fine di ttrignere Cremona. Puntava il Duca Francefco, che fi prendefle prima la Città debole di mura; prefa quella, facile farebbe 1’ efpugnazione del Cartello; e tale era ancora il fentimento de’più faggi. Ma il Marefciallo lì ollinò, e la volle vinta, che gli sforzi folamente fi facettero contra il Cartello, reftan-do intanto al Caracena libero il parto per Pò a mandar gente e viveri nella Città, che poi fomminiftrava quanto occorreva al Cartello medelimo. Fu creduto, che al Marefciallo di Plertìs non piacerte quell’ acquifto, perchè dellinato in prò del folo Duca, e non della Francia; ed altri vollero, ch’egli cercafl'e un cattivo efito a quell’ imprefa, per ifcreditare il Cardinal Malanno, contra di cui tante tempefte nello ilerto prefente Anno fi fvegliarono da i fazionarj in Francia. Ma lafdando ilare gli aftrufi gabinetti del cuore umano', quel che è certo, con vigore fu imprefo quell’artedio, e colà comparve ancora dal Piemonte con giro fatto fino fui Reggiano il Marchefe Guido Villa, feco menando tre mila cavalli, e due mila fanti, tutta gente fcelta. Non-mi fermerò io a defcrivere gli approcci, le mine, le for-tite , gli aiT.ilti, e le altre fazioni militari ivi accadute con fingolar bravura d’ambe le parti, e la mirabil artillenza data dal Marchefe di Caracena a i difenfori, che corto la morte di molta gente , e di non pochi dittimi Ufi zi ali. Merita fpezialmente memoria il fudderto Marchefe Villa Nobile Ferrarefe, che mentre col Duca di Modena e col Ma- refcial-