Anno MDCXLll. ne la guerra civile del Piemonte. Grandi lamenti e fchiamazzi fecero per quello gli Spagnuoli ; ed avvenne che il Conte di Siruela Governa-tor di Milano, o fia che non peranche fapeffe i fuddetti negoziati, orapendoli prendeife coniiglio folamente dalla collera, precipitclamente richiamò da Invrea le lue truppe. Non fu pigro il Principe Tomma-fo a metterle in viaggio; e perchè il Siruela ravveduto della lua balor-deria, volle rimandarle colà, ebbe per rifpolla dal Principe di non a-verne più bifogno. Così il Cardinal Maurizio, dopo aver difpoile all’ armi alcune migliaia di Nizzardi, chiamò nel Cartello Francesco Tilt-favilla Mallro del campo Spagnuolo, e gli ordinò , le voleva egli u-fcire di là, di far ufcire dalla Città di Nizza la fua guarnigione , e convenne ubbidire. Sicché laddove in addietro gli Spagnuoli faceano guerra al Piemonte , fi cangiò fcena, e i Piemonteiì uniti a i Franzeii cominciarono le oftilità contra d’erti per ricuperar le Piazze, che in Jor mano rertavano. Trovavafi in quelli tempi lo Stato di Milano non poco infievolito di forze , nè potea fperar baftevoli foccorfi di Spagna , trovandoli quella Monarchia in troppo duri impegni, parte per la guerra di Fiandra, e parte per la follevazion de'Catalani, foftenuti da’Fran-zefi , e molto più per la ribellion de’Portoglieli, contra de’quali infelicemente procedevano l’armi de’Cartigli ani. Però non fu da maravigliarli, fe una brutta piega cominciarono a prendere gli affari d’elio Stato di Milano a cagione della metamorfosi fuddetta. Uscirono dunque in campagna i Franzefi fotto il comando del Principe Tommafo , con cui pofcia venne a congiugnerli il Duca di Lon-gavilla, mandato dal Re Luigi XIII. al governo delle fue armi in Italia. Secondo era il Marchefe Guido Villa, fedelillìmo Generale di Madama Reale colla cavalleria Piemontefe . La prima loro imprela fu fotto Crefcentino , che dopo quindici giorni d’ affedio verfo la metà d’A-gollo capitolò la refa. Nel dì 22. d’effo Mefe Nizza dalla Piglia venne alla loro ubbidienza ; e con poca refiftenza fu anche ricuperata la Città d’ Acqui. Ognun fi credeva, che quelle armi continuerebbono il corfo loro per liberar da gli Spagnuoli le rertanti Piazze del Piemonte, quando all’ improvvifo nel dì 4. d’Ottobre andarono addoffo a Tortona. Confirteva quello efercito in dieci mila fanti, e quali cinquemila cavalli. La Città, ficcome priva di fortificazioni, incontanente aprì le porte, e ridottali la guernigione Spagnuola nel Cartello porto fulla collina , fi vide poco appreflo cinta d’alìèdio . Fino a quell’ora il Conte di Siruela era fembrato placido fpettatore de i pregreffi delle nitni-che milizie; pur venne il dì 8. del Mefe fuddetto , in cui diede la mof-fa anch’egli a quante milizie potè raunare, per dar foccorib a lorto- L i na- è