XXT » do della Chiefa , che oziofo farebbe il riferire qui la fegreta protetta »»di Aleffandro VII. dopo tale violenza, e la carta fcritta di pugno » dal medeiimo Pontefice , la quale confegnò in articolo di morte al » Cardinal Pallavicino l’anno 1667. affinchè la poneffe in mano al Suc-»» ceffore . Quattro fole parole della chiufa di ral notizia non polliamo »tacere; e fono, che la Francia niun penfiero fi mife dipoi per fargli » mantenere la parola. Dalle quali fi vede chiaro, che la Francia, o » fia Lodovico XIV. fpinto dall’amor di vendetta per l'affare de’Cor-» fi con ingiultizia, e violenza battè la Corte di Roma, ma quietato poi » 1’ animo, detellò coll’operato e l’una , e l’altra. » Col medefimo fpirito di vendetta rellò fiffato in Pifa il fecondo » Articolo:— Che in contracambio delle Valli di Comacchio, e d’ogni »altra pretenfione, e ragione, che il Duca di Modena poteffe avere »colla Camera Apoftolica, prendeffe quella fopra di sè il Monte d* » Effe, che afeende a trecento mila feudi con tutti i comodi, e in-» comodi, che vi fono, per l’eltinzione di detto Monte: deffe inol-» tre al Duca quaranta mila feudi, o un Palazzo in Roma di tal va-» lorè, e Sua Santità concedeffe a effo Duca, e Succeffori in perpetuo » la Badia di Pompofa, e la Pieve del Bondeno in Patronato. Ma non » può negarli, aver quella concordia giovato molto alla Santa Sede » per li tempi pofteriori, a far conofcere chiaramente, che il fufeita-» re pretenfioni, e infirmare molellie fu anzi un tentativo laboriofo di »Scrittore male animato verfo la Santa Sede, che un giufto, e retto »» defiderio di giovare al Principe, che dovea follener le pretenfioni, >» e inferire le molellie alla Santa Sede. Quindi è, che l’Annalifta per » non nuocere alla fua Piena Efpojiyone &c. e ad altri fuoi ferirti po-»lleriori, non ha propofto l’Articolo predetto da noi recitato, per »maggiormente accreditarlo, dalla vita di Lodovico XIV. ha bensì » efpreffa quella genial confeguenza : Meno ne profittò la. Cafa <£ Efie, »* perchè con trecento quarantacinque mila feudi fi pretefe di quetar le fue si » fondate pretenfioni afeendenti a più millioni. La quale quanto fia fon-» data, quando vi fi accordò nella minorità del Duca Francefco li. la » Ducheffa Laura di lui madre, chiamata dall’ Annaliita Donna viri-vile, e in cui grande era il fenno, maggiore la pietà-, e della quale e-» falta il maravigliofo governo ( anno t66z. ), lo lafceremo giudicare » al Lettore. Si aggiunge, che il Re Crillianilfimo intento unicamen-» te a battere la Corte di Roma, proccurò ne’due primi Articoli d’in-»» comodarla, quanto mai feppe , fenza ferbar mifure, e rafferenato » poi P animo tacitamente mollrandone pentimento, non pensò mai » più a tale affare, effettuato per altro con fomma fede dalla Carne-w ra Apollolica . Temo XI. c Morì