i $ i Annali d’ Italia. tanto fconvolgi mento di cofe, maggiormente accefe il fuo zelo, per oliare a più gravi difordini; e però propofe una Tregua, fperando con quello gradino di faiir pofcia più alto. Vi trovò renitente il Principe Tommalo per le notizie, ch’egli aveva d’effere mal fornita di provvigioni da bocca la Cittadella; ma il Leganes, che mirava tutravia affai forti i Franteli, e fmmuita non poco la Tua Armata per tanti pre-fidj-, gli diede orecchio. Più facilmente ancora vi confentirono i Comandanti Franzeli, ficchè fu conchiuia una fofpenfion d’armi fino al dì 24. d’Ottobre, nel qual tempo poterono i Franzefi provvedere abbondantemente di vettovaglie la Cittadella di Torino. Il Cardinal Maurizio, che non aveva acconfentito a quello Trattato, palsò a Nizza e Villafranca, e fé ne impadronì. Durante quello ripofo, non fi rallentarono i negoziati di qualche accomodamento fra Madama Reale e il Principe Tommalo, rellando intanto quali tutto il Piemonte in potere parte de gli Spagnuoli, parte de’Franzefi, o de’ Principi, con aggravio intollerabile de’ poveri Popoli. Aveano i Franzefi come collretta la Duchelfa a lafciar loro mettere prefìdio anche ne’Caltelh di Sufa, A-vegliana, e Cavours. Ciò non ballò alla Politica del Cardinale di Ri-chelieu, che unicamente aggirando nel fuo capo la fempre maggior e-faltazione della Corona di Francia, in quella fua ubbriachezza non co-nofceva mifura alcuna. Quanto più mirava egli vicina al precipizio la Duchelfa, che pur era Sorella del Re fuo Padrone, tanto p ù pensò a profittarne per la Francia. Quello era fecondo lui il tempo d’indurre effa Madama a mandare in Francia i fuoi Figli, e ad ammettere nell’ 'inefpugnabil Fortezza di Monmegliano l’armi Franzefi, valendofi dei pretedo, che fua Maellà non fi potea fidar de’ Piemonte!! dopo il fatto di Torino. Fece a quello fine venir fino a Granoble l’ubbidiente Re Luigi Xlll. e colà invitò Madama Reale, la quale non potè efimer--fi da quello viaggio ; ma v’ andò con un pungente rifentimento del fuo cuore; perchè avvertita da perfona fua confidente di ciò, che tramala il Cardinale, e ben fapea di che foife capace quell’ imperiofo Porporato, il quale facea tremar tutta la Francia. Prima colle dolci, e con grandi slargate d’aiuti e vantaggi le parlò il Richelieu; e vedendo falda come torre Madama a non voler mettere affatto in ceppi il Figlio Duca e i fuoi Stati, pafsò alle minaccie, e trafcorfe anche in parole di poco rifpetto verfo una sì gran Principeffa , ma lenza potere punto fmuoverla. Gliene fece anche parlare dal Re , a cui ella altra rifpolla non diede fe non colie lagrime, che le caddero da gli occhi . A i Mimllri ancora della Duchelfa non mancarono minaccie e lira-pazzi in queda occafione. Tornoflène poi ben mai contenta a Sciam-bery la povera Principeffa . Essen-