Anno MDCXC. ^ natori più cofpicui di varj muficali ilrumenti. Invalfe in quelli tempi l’ufo di pagare le ducento, trecento, ed anche più doble a cadauno de’più melodiofi Attori ne’Teatri, oltre al difpendio grande dell’Or-cheftra, del veftiario, delle Scene, delle illuminazioni. Spezialmente Venezia colla funtuoiità delle fue Opere in Mufica, e con altri divertimenti, tirava a sè nel Carnevale un incredibil numero di gente llra-niera , tutta vogliofa di piaceri, e difpofta allo fpendere. Roma ilef-fa, elfendo celiato il rigido contegno di Papa Innocenzo XI. cominciò ad allaporare i pubblici follazzi, ne'quali nondimeno mai non mancò la modeftia ; e videli pofcia Pippo Acciaiuoli, nobile Cavaliere , con tanto ingegno architettar invenzioni di macchine in un privato Teatro, che li tralfero dietro 1’ ammirazione d’ognuno , e meritavano ben di pallare alla memoria de’pofteri. Ma eccoti la Guerra, gran flagel- lo de’poveri mortali, che viene a iconvolgere la quiete dell’Italia, e i lùoi paflatempi. Gran tempo era, che il giovane Duca di Savoia Vittorio Amedeo 11. Principe , che in vivacità di mente non avea forfè , chi andalle al pari con lui , non fapea digerire il dominio de’Franzelì nel Forte di Barraux, e in Pinerolo, Fortezza iìtuata nel cuore de’ fuoi Stati , e sì vicina a Torino , e in Calale di Monferrato, troppo contiguo a i medelìmi fuoi Stati. Spine erano quelle, per le quali non pareva a lui mai di poter vivere quieto in cafa propria ; e però ad altro non penfava, che a fcuotere quella fpecie di fchiavitù. In occa-fione , che l’Imperadore , l’Imperio , la Spagna, l’Inghilterra, el’Ol-landa, erano entrati in guerra colla Francia, anch’egli lì trovava impegnato nell’armi, per domare i Valdeli, con altro nome chiamati Barbetti, Sudditi fuoi, ma Eretici. Fece per quello gran leva di gente : nel qual medeiimo tempo anche il Conte di Fuerfalida Governator di Milano , era occupato in un gagliardo armamento: il che diede per tempo a temere , che li volefle dar principio eziandio a qualche fconvolgimento in Piemonte. Stava perciò attentiffima la Corte di Francia a tutti gli andamenti del Duca , e il fuo Minillro in Torino fpia-va continuamente ogni fua azione. ElTendofi portato elio Duca in un Carne vai precedente a Venezia per divertirli , non potè fcollarfi da’ fianchi quel Minillro j e fu poi creduto, che quello Principe fegreta-mente trattaile in quella Città coll’Elettor di Baviera, e con altri Principi. Aveva egli anche ottenuto dall’Imperadore il titolo di Re di Cipri, e di Altezza Reale , finquì a lui contrattato da quella Corte; ed anche l’Invellitura di ventiquattro Feudi nelle Langhe, per li qua- li pagò cento venti mila doble alla Camera Cefarea . Scoprirono in oltre i Franzefi un commercio di Lettere fra eilo Duca, e Guglielmo Prin- Y z ctpe