Anno MD CI. $ Senato averte più volte Spedite Galee ed altri Legni, pure que’malandrini mille vie trovavano per continuare l’infame lor melliere. Poco potea ilare a vederfi nafcere un’aperta guerra fra la Cafa d’Au-ilria, ne’cui Stati coloro albergavano, e la Repubblica Veneta, quando il Pontefice e la Corte di Spagna , che più volte aveano interporti i loro ufizj per indurre l’Imperadore e 1’Arciduca Ferdinando, acciocché fi rimediaffe a quelli difoidini, rinforzarono le lor premure, di maniera che la Corte dell’ Imperadore mandò ordini rigoroiì a Segna, affinché fodero puniti i capi di que’mafnadieri, e le lor Famiglie trafportate ad abitar lungi dal mare, per torre loro la comodità di ulteriormente efercitare la piraterìa. Con ciò fu creduto in Venezia, che folle tornata la quiete dell'Adriatico. Ma non andò molto, che s’avvidero, pullular troppo facilmente le male erbe, quando non fono fradicate. Anche i noilri fteflì tempi han talvolta veduto efferlì da gli Ufcochi d’allora tramandata a 1 lor poderi l’inclinazione al dolce meiìier di fabbricar la propria fortuna colle miferie de gl’innocenti. Ma perchè nello llretto campo di quelli Annali non capifcono sì minuti avvenimenti, io nulla di più ne dirò. Nel dì zj. di Settem-* bre la Regina Maria partorì al Re Arrigo IV. un Delfino, che fu poi Lodovico XIII. Re di Francia: per la qual nafcita non fi può efprime-re l'allegrezza di tutto quel Regno, anzi di tuttala Crirtianità. Il Re andando torto alla Chiela, per renderne grazie a Dio, fi trovò in sì gran calca di gente, che vi perdè il cappello. Pochi dì prima, cioè nel di 12. del Mefe Suddetto, nacque in Ifpagna al Re Cattolico un’ Infanta, a cui fu pollo il nome d’ Anna, Principeffa, che col tempo divenne Regina di Francia per le fue nozze col prefato Lodovico XIII. Vennero in quell’Anno a Roma due Ambafciatori del Sofi, o fia Re di Perlia, Scia Abàs, Principe di gran mente. L’uno era Perfiano, 1’ altro Inglefe, Spediti per incitare il Papa, e gli altri Principi Crillia-ni ad una Lega e guerra contro il comune nemico, non mai fazio di slargar le fue fimbrie; efibendo a quello effetto tutte le forze della Perfia, e la libertà a i Criftiani di commerciar nel loro paefe, e di fabbricarvi anche delle Chiefe. Furono con ogni dimoftrazione d’onore accolti, magnificamente fpefati e regalati dal Papa. Fecero quelli Ambafciatori delle cole ndicolofe in Roma, dil'putando fempre ira loro, e venendo alle mani per la preminenza, che ognun d’erti pretendeva. Ma non fi feppe, qual rifpolla e risoluzione riportaffero a cafa. Il Pontefice fapea, qual poco capitale fi poffa fare di fomiglianti progetti di Leghe con gl’infedeli, e co’Criftiani fteifi. Tomo XI. An-