Anno M D C X X X. 107 viiTe di continua briglia alla Cafa di Savoia , e di porta aperta a i Fran-zeii per entrare in Italia : il che non lì può elprimere , quanto trafig-gefle l’animo del Duca. Gli fu intanto fpedito in aiuto dal Marchefe Spinola, e dal Collalto un groffo corpo di Tedefchi, giacché fette mila altri n erano calati allora dalla Germania: gente, che fi diede ad e-fercitar la fua bravura, non già contro i Franzeiì, ma in defolar gl’infelici abitatori del Piemonte . Arrivò in quelli tempi a Torino il Cardinale Antonio Barberino, fpedito con titolo di Legato in Lombardia dal Pontefice Urbano Vili, lìccome Padre comune, per trattar di Pace. Abboccatoli egli conio Spinola e col Collalto, avea fcorto in efli buone dUpofizioni. Trovò ben venti contrarj, allorché trattò col Duca di Savoia, tutto volto a’penlieri di cacciar di là da i monti i Franzeiì 0 come lì figurava di poter fare tirando in Piemonte tutte le forze Spa-gnuole ed Imperiali . Nè gli pafsò meglio col Richelieu, il quale dopo Tacquillo di Pinerolo, e di Bricherafco Terra forte , e d’altri circonvicini Luoghi, tutto gonfio di sè lleiTo, fempre più alzava il capo, e parlava da vincitore. Fu forzato in fine il Legato Barberino , perchè vi andava dell’ onore della fanta Sede, a ritirarli, lafciando le colè più che mai imbrogliate. Tenutali una conferenza dal Duca col Collalto e collo Spinola, per unir la triplice Armata tutta, a fin di cacciare i Franzeiì, fi trovò difpoilo a ciò il Collalto; ma non già lo Spinola, che o per gara coll’altro Generale, o per poco buon animo verfo il Du ca , o per ordini venuti di Spagna, contento di veder pollo affai ollacolo a i Franzeiì, perchè non poteffero interrompere i fuoi dife-gni nel Monferrato, fpinfe poi le foldatefche da lui dipendenti in quella Provincia. Occupò Pontellura , San Giorgio, e Roflìgliano intorno a Cafale, ed appreffo ordinò l’affedio della medefima Città . Seguirono fotto quella Piazza varie azioni militari, ora vantaggiofe, ora dannofe a gli affedianti, che io tralafcio. In quelli tempi, cioè verfo il fine di Maggio, entrato lo ileffo Re Luigi Xlll. in Savoia con otto mila fanti, e due mila cavalli , s’impadronì di Sciambery, e di tutto quel Ducato, eccettuata la Cittadella di Mommegliano ben fortificata dalla natura e dall’arte . Era molto prima il Richelieu paffato ad unirli col Re, il quale appreffo fpedì il Duca di Memoratisi con dieci mila fanti, e mille cavalli a rinforzare i Marefcialli de la Force , e Schomberg, dimoranti in Pinerolo. Nel voler paffare quelle genti, il Principe di Piemonte le affali con gran vigore , ma con poca fortuna. Ardentemente bramavano efli Franzeiì la maniera di penetrar pei Piemonte alla liberazion di Cafale , ma non la trovavano . Per non i-fiare in ozio, e per procacciarli paefe atto a fornirli di foraggio, fi