Anno M D C L V I I I. *37 ficarfi nell’ultra riva, di modo che traile colà tutta l’Armata, e git-tato un Ponte, pafsò . Da incredibit confusone e fpavento per que-fìa impeufata felicità de’nemici rcilò prel'o 1’ei'ercito Spagnuolo, e il Fuenfaldagna infofpettito di qualche intelligenza in Milano, colà con tutre le lue forze frettolofamente fi ritirò. Allora il Duca di Modena animofamente diede la marcia all’efercito fuo, e per mezzo del Mila-nefe, e fin pattando preflb le Porte di Milano , andò al Ticino , e dopo averlo valicato , lenza perdere tempo, cinfe d’ attedio la Fortezza, di Mortara: azioni tutte, che fecero lalir alto il fuo nome , e il concetto del fuo valore e fenno. Reliftè quella Piazza (ino al dì 2.5. d’A-gofto , in cui fu obbligata a renderfi: con che la fertile pianura della Lomellina retto efpoila ai comandi de’Franzefi. Ma che ? nell’auge di tanta gloria eccoti cadere infermo Francefco I. d'Efìe Duca di Modena , oppreffo da’patimenti e dalle fatiche paffete , o pure avvelenato dalla cattiva aria di Morta’ra . Fu portato a Sant’Jà , dove fu a vifi-tarlo Carlo Emmanuele II. Duca di Savoia, e nel dì 14. d'Ottobre di quell’Anno fra le braccia del Principe Almerigo fuo Figlio, e de’ fuoi Cortigiani, che fi disfacevano in lagrime, con quel medeiìmo coraggio, ch’egli avea fempre moftrato nelle azioni guerriere, rendè l’anima al fuo Creatore in età di quarantotto anni, un mele e nove giorni. Comune opinione fu, che s’egli non fofTe flato rapito da morte cotanto immatura, l’Italia avrebbe avuto in lui un General d’Armate da paragonarli co i primi. Nè io mi fermerò a defcrivere il corteggio delie tante Virtù, che fi adunavano in queflo Principe, la principal delle quali fu la Pietà, perchè ne ho detto quanto occorre nelle Antichità Elleniì, e può leggerli il giuftofuo Elogio nelle Storie del Conte Gualdo Priorato , di Francefco Vigliotto, nell’ Idea del Principe del Padre Gamberti della Compagnia di Gesù, e prefib altri Sentieri . Solamente dirò, aver egli comperata ben carola gloria umana, perchè di tanto fuo fervigio, preflato alla Corte di Francia, nè egli, nè la fua Cafa riportarono veruna ricompenfa , o almen tale, che pareggiale la gran copia di fpefe e debiti fatti in occafion di quefte guerre, a faldare i quali fu poi necelTaria l’alienazion d’affaiflimi Allodiali. Lafciò il Duca Francefco dopo di sè tre figli Aljonfo , Almerigo, e Rinaldo, e nel dominio de gli Stati a lui fuccedette il primogenito, che li nominò Alfonfo IV. Altra azione meritevole di memoria non pafsò dopo la prefa di Mortara, fe non che i Franzefì entrarono in Vigevano, enediflruf-fero le fortificazioni -, e il Conte di Fuenfaldagna mandò improvvi-famente un corpo di gente a dar la (balata a Valenza, ma con trovar