XIII » capo Mafaniello pefcivendolo, per vendicarli di certo pefce intro->* dotto fenza pagar gabella, con venirne perciò maltrattato dagli efe-» cutori, e con perdere il pefce. Cominciò con 500. Lazzari, e in » breve fi vide capo di due mila perfone, indi di 10. e finalmente di »50. mila; e ficcome obbligò il Viceré a capitolazioni per mezzo del » Cardinal Filamarino Arcivefcovo nella Chiefa del Carmine, dopo di »ciò fu accompagnato al Palazzo del Viceré da 150. mila plebei in »arme. Poco dopo, o fotte il vino, o altra caufa, quello cenciofo » Capitan Generale usò delle leggerezze, e delle crudeltà: onde venne »in odio al popolo, e il Viceré lo fece mofchettare. Sei giorni foli »durò il di lui Regno, e quattro il vaneggiamento. Le confeguenze » furono affai peggiori: perchè veduto dal Popolo, che dagli Spagnuo-» li fi paffava al rigore, fi mite la ribellione in ièrio: venuto poi D. »Giovanni d’Aultria, baftardo del Re Cattolico, con poderofa fiotta, » e tirato il popolo a convenzione, indi mancandogli di fede con fa-» re una formai guerra entro Napoli, fu caufa, che il popolo invo-» cò i Franzefi, e vi fi portò il Duca di Guifa dimorante allora in »Roma, e li fece dichiarar Duca, o Doge della Repubblica di Napo-» li. La feena fu più lunga di quella di Mafaniello; ma ebbe fine tra-» gico anch’effa. Oltre di che rimalla la Segreteria del Duca in ma-»no al nuovo Viceré Conte d’Agnate, molta Nobiltà Napolitana, e » chiunque ebbe corrifpondenza col Duca, fperimentò il rigore della » giuflizia. Con più felice fine il Cardinal Trivulzio curò le piaghe del* »la Sicilia, e la confegnò pacifica a D. Giovanni d’Aultria, che gli » fucceffe nel governo. »Nel medefimo anno, in cui fi compofero tai (concerti, che era »il 1648. feguì la pace di Munfter tra Ferdinando 111. Imperadore, » Lodovico XIV. Re di Francia, gli Svezzefi, e Principi dell’imperio. » Contro di effa, pregiudizialiifima alla Religion Cattolica , protetto » Monfignor Fabio Chigi Nunzio Apoltolico , e volle ,xche fi cancel-» laffe il fuo nome, che v’era inferito. Proiettò altresì il Pontefice: » ma con armi di carta, dice l’Annalilta, che non foglio no far paura ai »Potenti. Gran disgrazia de’Romani Pontefici con quello Scrittore! »Se ufano la forza, ne fon biafimati; fe non l’ufano, fon vilipefi. L’ » anno feguente 1649. ® celebre per l’eccidio di Callro, in lequela »del di lei Vefcovo fatto facrilegamente ammazzare. L’Annalifla va » colorando, e circoftanziando il fatto, ma inutilmente, eflèndo trop-» po noto. L’anno Santo 1650. mentre a Roma tutto era divozione, »e concorfo di Pellegrini, D. Giovanni d’Auftria Generali/limo di » mare, il Conte d’Ognate Viceré di Napoli, e il Principe Lodovifio »con buona flotta approdarono a Piombino, e lo ritoliera a’Franze-Tomo XI. » fi,