Anno MDCXC. 54! tralafcio , finché nel dì 18. d’Agofto fi venne ad un fatto d’armi. Ardeva di voglia il giovine Duca Vittorio Amedeo di fperimentar la fiia fortuna, trovando egli il fuo Campo molto fuperiore di numero al Fran-zefe. Non aveva egli peranche imparato, che alle truppe di nuova leva, quali buona parte erano le fue, e quelle dello Stato di Milano, fi può far apprendere ben facilmente l’efercizio dell’armi, ma non già il coraggio. Perciocché l’accorto Catinat avea rifoluto, o fatta finta di volere forprendere Saluzzo: fi morte a quella volta anche il Duca di Savoia con tutto l’efercito, e paiTato il Po , trovò che il Catinat fi ritirava ; quando ecco difpofto un aguato di genti e di artiglierie Franzefi prefTo la Badia della Staffarda in certi paduli, diede un sì ilra-no faluto alla vanguardia, o pure all’ala finiftra del Duca, che la di-fordinò. Avanzatoli dipoi il Catinat colla cavalleria, e riilrignendo la nemica, che avea a i fianchi il Po, la coilrinfe a prender la fuga. Si combattè ciò non oftante per cinque o fei ore. La fanteria dello Stato di Milano attefe a falvarfi; le fole truppe Spagnuole e Tedefche, più torto che cedere, falde ne’lor porti, venderono ben caro le loro vite. Rimafero i Franzefi padroni del campo. Il Duca Vittorio Amedeo, che non s’era mai trovato a battaglie, fece maraviglie di valore, e fi ritirò pofcia a Carignano con parte delle fue truppe. Circa quattro mila de’fuoi rimafero ertinti o annegati, e fra efìi più di TeA fanta Ufiziali; forfè più di mille furono i prigioni, colla perdita di otto pezzi di Cannone, di trentafei bandiere, e di parte del bagaglio: fe pur mai fi può fapere la precifa verità delle perdite nelle giornate campali. Le confeguenze di quella vittoria furono, che il Catinat trovò e-vacuato dalla guernigion Savoiarda Saluzzo , e i Cittadini ne portarono a lui le chiavi. Non finì 1’Anno, che anche la Città e il Cartello di Sufa vennero alla di lui ubbidienza. In quefto mentre con altro corpo d’Arnrata attefero i Franzefi a conquistar la Moriena e la Taran-tafia. Sciamberì ancora con tutta la Savoia fenza refiftenza fi arrendè a i medeiìmi, a riferva di Monmegliatio, Forcezza per la l'ua Situazione quali inefpugnabile , che rertò da lì innanzi bloccata . Per que- lli cotanto finirtri avvenimenti era un gran dire dapertutto del Duca di Savoia, cenfurando aiTaiffime perfone, chi per amore, chi per contrarietà di genio, la di lui condotta.. Non trovavano erti prudenza, nell’efTerfi egli imbarcato contro la formidabil potenza del Re di Francia, la qual facea paura, e dava delle percoffe a rutti i fuoi nemici. Già parea a chi così la difcorreva , di veder mendichi tutti i fudditi del Duca, e lui ileiTo; vicino ad efiere fpogliato di tutto il fuo domi-Tomo XI. Y 3 aio >