Annali d’ Italia. valli, e alla necellìtà di sloggiar da un (ito, dove il puzzor de’ cadaveri potea far peggio, che una feconda battaglia. Mentre cotali bravure fi faceano verfo il Ticino, tornato a Parma il Duca Odoardo, e pien di rabbia per li danni fofferti, prevalendoti della lontananza deH’armi Spagnuole, unì ad un corpo di tre milc» Fran-zeii i fuoi foldati di fortuna e miliziotti, e con effi entrò rei Cremo-nefe e Lodigiano, sfogando la iua vendetta fopra le foflanze de gl innocenti contadini. Se n’ ebbe prefto a pentire, perchè il Leganes sbrigato dall’impaccio de’Franzefi, nel dì 15. d’Agofto fpedì fui Piacentino Don Martino d’Aragona con alcune migliaia di fanti e cavalli, nel qual tempo anche il Cardinal Trivul\io con altre milizie, dopo aver fatte ritirar le genti del Farnefe dal Lodigiano e Cremonefe, affali il Piacentino di là da Pò, e penetrò poi anche nello Stato Pallavicino, impoiTeiiandoii di Borgo San Donnino, e commettendo ogni fotra d’ oitilirà. Si trovò allora Odoardo in incredibili anguftie; fperanze non v’ erano, che potettero rraniitar foccorlì del Duca di Savoia, e del Crequì,-la Flotta Franzefe, che dovea sbarcare alla Specia cinque mila foldati, non fi vedea mai comparire; e andava a facco tutto il paefe del Farnefe. In oltre già fi trovava alla vigilia d’un affedio la Citta di Piacenza, tutta attorniata da gli Spagnuoli, falutata anche da più tiri di cannone; ed un’Ifola del Pò in faccia a quella Città occupata dall’armi nemiche fi metteva in fortificazione. A quello fpettacolo dell’imminente rovina d’effo Duca commoifi Papa Urbano colla fpedizione del Conte Ambroiìo Carpegna, e il Gran Duca di Tofcana di lui Cognato con quella di Domenico Pandolfìni, s’introduffero per rimetterlo in grazia del Governator di Milano, e liberarlo dal totale eccidio. Trovarono quefti Miniftri tutta la buona difpofìzione nel Marchefe di di Leganes, e all’incontro, non fenza lor maraviglia, una grande, non so fe vera o fìnta oflinazione nello fconfigliato Duca. Contuttociò tanto perorarono le lagrime della Duchejfa Margherita de Medici fua Conforie, e quelle de gl’infelici fuoi Popoli, colla giunta ancora della continua defezione da’pochi fuoi Franzeli, che finalmente fui principio dell’Anno feguente lì diede per vinto, ed acconfentì a i configli de’ Mediatori. Fu conchiufa la Pace con rinunciar egli alla Lega della Francia, e con lafciare Sabionetta alla cura de gli Spagnuoli, i quali da i di lui Stati ritirarono l’armi, lafciandovi dapertutto fegni lagrimevoli della lor ne-micizia. I Franzefì, che fi trovavano di presìdio in Piacenza, e nulla mai feppero di quel negoziato, fotto preteilo d’una rafl’egna, burlati rima-fero fuori della Città, e veggendo il cannone rivolto contra di loro , n» 11 fecero renitenza alcuna. Vennero dipoi con belle parole congedati.