Anno M D C X L I V. ,75 A ME dunque baderà di dire, che finalmente nel dì quindici di Settembre ( dal Vianoli e dall’Oldoino , non so come, è detto nel dì quattordici d’edo Mefe ) cadde l’elezione nella perfona del Cardinale Giam-Baùfla Panfìlio Romano , che con infinito applaufo de’ fuoi Concittadini aflùnfe il nome d’Innocenzo X. Era di età di iettant’ anni, uomo dotto in Leggi, di afpetto ruvido e brutto, ma maedofo. Mirabil co-fa fu, che concorredero in lui i Cardinali Barberini, contuttoché il Cardinale Antonio per varj precedenti difgudi il credede nemico, o almen poco amorevole di fua Caia , e perciò ne avede proccurata dalla Corte di Francia 1’ efclufiooe. Ma dicono, che interpodofi il Cardinal Teodohy e il Marchefe fuo Fratello col Signor di Sanfciamon Am-bafciatore di Francia, e adoperato l’ariete d’altre arti, il tiradero ira favor del Panfilio, onde per lui pofcia fi dichiarafle aneli’ edo Cardinale Antonio. Redò intanto fieramente efacerbata la Corte del Re Cri-dianiffimo per la condotta di edo Cardinale, e dello dedo Ambafcia-tore, non già, come fi volle far credere, che s’avede a male 1’ eie-zion del novello Pontefice, ma perchè i medesimi avedero prima diffamata la Francia, come corttraria e nemica alla di lui efaltazione, e poi 1’ avedero aiutato a falire lui Trono, Gli edetti di querto fd>egno poco dettero a feoppiare , edendo venuti ordini da Parigi , che fi le-vade al Cardinale Antonio il Brevetto della Protezion della Francia , e che 1’ Ambafciatore fe ne tornade immediatamente a Parigi. Così cominciò, ma qui non finì l’umiliazione de i Nipoti di Papa Urbano VIU. quantunque su i principj del luo governo Papa Innocenzo X. fr modrade ( non é ben certo, iè con vero , o pure con apparente adetto ) lor Protettore e fautore : così richiedendo la gratitudine verlò persone, fenza il braccio delle quali non farebbe egli mai arrivato al Trono . Si dudiarono anche i Barberini di rientrare in grazia de gli Spaglinoli; ma non riufeì loro per l’odio, che s’erano tirati addodo de’ Principi d’ Italia , e maifimamente del Gran Duca Ferdinando 11. Per-locchè fpedirono in Francia il Cardinale di Valente, per addurre le lor difcolpe, e promettere molte cofe in vantaggio del Re Cridianidimo per gli adari d'Italia. Andò fegretamente quedo Porporato fino a Parigi, ma tcnza volerlo la Corte afcoltare , fu obbligato ad ufeirne. Tanto poi egli s’indudriò , che ottenne d’ abboccarci col Cardinal Margarino fuor di Parigi, e dopo quell’ abboccamento fe ne tornò tutto contento a Roma nell'Anno ieguente. In quefV Anno ancora non mancarono novità e disgrazie al Piemonte, e allo Stato di Milano, paefi lacerati non meno da i nemici, che da gli amici. Perchè inctel’ceva al Cardinal Mazzarino di renere tanti