Anno MDCXXXII. h$ ciocché nel dì 16. di Novembre dell’Anno prefente a Lutzen , dodici miglia lungi da Lipfia vennero alle mani i due potenti eferciti, condotti 1* uno dal Re Gujiavo Adolfo, e 1’ altro dal Duca di Fridland. Orribile fu quel fatto d’ armi ; in effo per più ferite lafciò la vita il Gotico valorofo Re, già divenuto il terror della Germania; ma efTendoii tenuta celata la fua morte continuarono gli Svezzefi ad incalzare i Ce-farei, finché la notte mife fine alla ftrage. La peggio lenza fallo toccò all’Armata Imperiale; ma equivalfe bene aduna gran vittoria l’efiere reftata libera la Germania da un sì feroce Principe, che uccifo in età di foli trentotto anni, fe più oltre ftendeva il fuo vivere , prometteva disè un nuovo Aleffandro . Forfè anche n’avrebbe pianto l’Italia, e più Papa Urbano , placido fpettatore della rovina dell’imperio Germanico , e che non con altro finora cooperò al follievo dell’Imperadore, che colla pubblicazion di un divoto Giubileo. Altra prole non lafciò Guttavo, che una PrincipefTa in età di foli fei anni col nome di Crì-Jlina, che ereditò quel Regno , e fece col tempo tanta figura in Italia , da che abbracciò la Religion Cattolica Romana . Segni di gran valore nella giornata di Lutzen diedero Borfo e Forefìo Principi Efìenfi, Maltias e Francejco Principi della Cafa di Medici, il Conte Ernefìo Mon-tecuccoli Modenefe, Generale dell’artiglieria, Ottavio Piccolomini Duca. d’Amalfi, infigne Generale di Cefare , Luisi ed Annibale Gon^aghi, e uno Stronfi Colonnelli. Alle Truppe del Piccolomini fu attribuita la gloria d’aver tolto dal Mondo il fiero Guttavo Adolfo. Altri non pochi Nobili Italiani militavano allora al fervigio dellTmperadore.il Gran Duca di Tofcana, il Duca di Modena , e i Lucchefi, diedero ad eflo Au-gutto quell’ aiuto, che poterono in sì gran bifogno. Anno di Cristo mdcxxxiii. Indizione i. di Urbano Vili. Papa 11. di Ferdinando II. Imperadore 15. PErche’fioriva la Pace in Italia, niun confìderabil avvenimento fomminiftrò effa alla Storia del prefente Anno. Erano rivolti gli occhi di tutti alla Germania, che continuava ad efiere il teatro delle mi-ferie , perchè defolata egualmente da amici e nemici. S’ era creduto , che colia caduta del temuto Re Gufìavo avelie la fortuna dell’armi da dar l’ultimo addio a gli Svezzefi. Così non fu . Sorfero tre altri infigni Capitani , cioè il Duca di Vaimar Safione , Guflavo tìorn, e Giovanni Banmer, che alla tetta del già vittoriofo efgrato degli Eretici, più